giovedì 29 settembre 2011

Africanspeople: Africanspeople: namibian days

Africanspeople: Africanspeople: namibian days: Milano, lunedì 26 Settembre 2011 10.00 Registrazione dei partecipanti e welcome coffee 10:30 Saluto di benvenuto ed inizio dei lavori Dr. Pe...

Africanspeople: namibian days

Milano, lunedì 26 Settembre 2011
10.00 Registrazione dei partecipanti e welcome coffee
10:30
Saluto di benvenuto ed inizio dei lavori
Dr. Petter Johannesen, Console Onorario
10:35 Saluto di S.E. Frieda N. Ithete, Ambassador of Namibia
o Mr. S. Shivute, Chargé d’Affaires
10:40
Situazione economica attuale e prospettive future
Tjekero Tweya, Vice Ministro Commercio e Industria di
Namibia
10:50
Panoramica sulle opportunità offerte dall’economia della
Namibia
Mr. Moses Pakote, Director, Namibia Investment Centre
11:15
La Namibia oggi: prospettive di cooperazione e sviluppo
economico con l’Italia ed opportunità per le Imprese
Italiane
Mr. Tarah Shaanika, CEO, Namibia Chamber of
Commerce and Industry (NCCI)
11:25
Opportunità e Progetti nel settore agricolo
Mr. Andrew Ndishishi Segretario, Ministero dell’Agricoltura,
delle Acque e Foreste
11:35
Testimonianze di Imprese italiane che operano in Namibia
11:55
12.30
Discussione aperta e note conclusive
Buffet Lunch
14.00-
17.00
Incontri B2 a richiesta (gli incontri so svolgeranno in
inglese)

diario di viaggio namibia 2011

A cura di Emanuela Scarponi
Diario di viaggio Namibia 2011
Dedicato alla coraggiosa signora italiana 65enne che ha purtroppo perso la vita in Namibia il giorno 16 agosto di quest'anno, appena prima della nostra partenza, ed a coloro che insieme a lei sono rimasti feriti.
Ho chiesto ai vostri compagni di tutti voi lungo la strada. Siete nel mio cuore.
Un pensiero alle amiche che non sono potute venire: Cristina che sta per partire per il Brasile e Luciana da Padova! Alla prossima!!!

1° giorno: ROMA/FRANCOFORTE/JOHANNESBURG 17 AGOSTO Partenza da Roma, via Francoforte, per Johannesburg. Incredibile! All'aeroporto di Fiumicino, in partenza incontriamo Francesco, un nostro collega, che infine decide di non venire con noi...è diretto in Germania, ma nutre una grande passione per la Namibia...lo salutiamo...due sue concittadine sono con noi: Dirce e Barbara! Si scambiano la mano prima di un ultimo saluto al check-in.... Il 17 agosto lasciamo l’Italia per raggiungere Francoforte: la mattina stessa molti amici mi avvertono dell’incidente avvenuto in Namibia in cui una jeep si è capovolta a causa dello scoppio di una gomma e mi chiedono in modo discreto dove mi trovo per sapere se sono coinvolta. Bell’inizio! E passo per la solita scervellata di turno...niente di nuovo... Partiamo verso le 8 di sera da Francoforte per Johannesburg, città del Sud Africa, ormai famosa per aver ospitato i Mondiali dello scorso anno; approdo più tranquillo per viaggiatori europei che vogliono scoprire il continente, così lontano dalle nostre abitudini e tradizioni, da rendere forte l'impatto. Lasciamo la vecchia Europa e ci tuffiamo nella atmosfera antica e primordiale di questo continente, famoso perché ci è nato l'Uomo. 2° giorno: Johannesburg / Windhoek 18 AGOSTO Arrivo a Johannesburg e proseguimento per Windhoek con volo di linea. Disbrigo delle formalità d’ingresso in Namibia. Incontro con la guida locale di lingua italiana. Parlo con alcuni viaggiatori italiani che sanno dell'incidente. Chiedo loro come è andata. In viaggio queste cose possono capitare a tutti, sempre. I viaggiatori lo sanno. Esprimo la mia solidarietà per quanto accaduto. Faccio loro il mio in bocca al lupo per il viaggio. Dono loro il mio libro, affinchè possa servire loro da guida!!! Ci salutiamo! Anche loro augurano un in bocca al lupo a noi. Buon viaggio e buona fortuna!!! Siamo qui per vivere una nuova esperienza di vita ed ampliare i nostri orizzonti! Nuove emozioni ci aspettano. E come accade tra i migliori ci riconosciamo e ci auguriamo gli uni con gli altri un "long life and prosper"! Eh sì! Io credo che la parte migliore della società sia quella costituita dalla tribù dei viandanti.... cui io appartengo... Arriviamo a Windhoeck alle 13,30 del 18 agosto stremati: 14 ore di volo e circa diecimila km percorsi ... quasi come a piedi!!!!.
Il cielo è nitido e l’aria è pulita. Saliamo tutti sul camion-safari che non ci abbandonerà più fino alla fine del viaggio dotato di grandissime ruote e di altissimi finestrini da cui tutti possono fotografare, e da un frigo bar che contiene acqua a volontà. Siamo ricchi!!! Come prima tappa visitiamo il Parlamento namibiano; all’inizio non è facile. Ci prendono per alieni. In effetti, non ci aspettano a braccia aperte, ma dopo qualche tentativo ricercano le carte... arriva l'omino con le chiavi dal nulla ed entriamo nell'aula del Consiglio nazionale della Repubblica federale di Namibia!!! Ci siamo riuscite....Catherine, la guida locale herero mi aiuta nel tentativo....e Salome, impiegata modello del Parlamento, ci viene incontro! Sa tutto.
Entusiasmante immaginare i posti occupati dai nuovi leader neri, tra coloro cioè che hanno guidato la Namibia all’indipendenza nel 1990 ed i vari rappresentanti delle etnie locali! Non so cosa darei per assistere ad una seduta locale...ma ora la sessione è sospesa. Trovo abbandonata tra i banchi solamente una rivista sulla giornata delle donne in Namibia. la porto con me come souvenir.
Lasciamo il Parlamento per passeggiare per Windhoeck, irriconoscibile rispetto al 1995. La città, ormai molto grande, è piena di neri che passeggiano, noncuranti di chi li circonda… E pensare che non se ne vedeva uno in giro nel 1995. Ora so perché: da 5 anni solamente, con l'indipendenza dal Sud Africa, la Namibia aveva visto la fine dell'apartheid.
Dopo 16 anni, i neri si stanno impadronendo della città, anche se faticano coi loro stipendi a stare dietro alla modernità ed alla eleganza dei negozi di stampo europeo. Ma la differenza ora è che ci possono entrare.....se lo desiderano!!!
Ragionamenti impensabili per noi europei...
Dopo una breve passeggiata per la ridente e calma cittadina di Windhoeck, prendiamo il nostro camion-bus e ci dirigiamo verso il lodge, immergendoci nella vera Africa, quella che tutti noi immaginiamo.
E prima della fine del tramonto finisce la strada asfaltata…. comincia la Namibia, con le sue "autostrade sterrate". In questo periodo il sole tramonta presto. Arriviamo di notte.
Una strada sterrata ci attende e dopo lunghi salti e balli e fiumi da attraversare ci ritroviamo al tramonto davanti ad un cancello di una farm boera. Uno struzzo resta fermo, appollaiato ad ostruirci la strada per aprire il cancello, impedendoci di passare. Ed allora scendiamo tutti. Siamo arrivati. E lo struzzo trionfante e regnante ci dà il benvenuto!!! Diventa l'oggetto di interesse principale delle nostre macchine fotografiche.. flash e ancora flash spingono lo struzzo a spostarsi...anche a lui non possiamo accostarci troppo. Non sembra ma col becco fa male....
Ci facciamo strada. E assaporiamo il gusto dell'atmosfera della farm afrikaan stile coloniale, The Elegant Farmstead, ricolma di comfort di ogni genere, tutti compenetrati con il tipico ed inconfondibile stile africano. La piscina ci aspetta prima di cena. I più impavidi fanno il bagno...fa un po' freddo. L'escursione termica è forte in Africa, specie vicino al deserto. Si cena in questa atmosfera romantica, nel silenzio supremo africano e sotto un cielo stellato, mentre cerchiamo di capire dove siamo, cosa facciamo, in quale luogo incredibile siamo. Lo guarderemo in seguito il cielo. Siamo troppo stanchi. Dormiamo. La sera ci raggiunge Paolo, la guida italiana che ci accompagnerà per tutto il viaggio. Vive in Namibia dal 1988 ed ha aperto una associazione che cura leopardi e leoni e feriti.


3° giorno: Windhoek Area/ Parco Etosha 19 AGOSTO
Con grande tristezza lasciamo questo splendido lodge per ripartire la mattina all'alba per l'Etosha National Park, luogo preferito dei turisti europei. Il viaggio comincia sulle autostrade sterrate della Namibia. Si parte per il Parco Etosha attraverso scenari montuosi di grande effetto. Sostiamo al mercatino dell’artigianato per lo shopping. Arriviamo alle porte del Parco Etosha verso le ore 16. Abbiamo velocemente percorso la strada. Quindi, decidiamo di fare una puntatina. Quindi andiamo subito a curiosare alla prima pozza d’acqua che incontriamo: ci attendono un branco di elefanti che si abbeverano, tre giraffe ricurve sullo specchio d’acqua del laghetto, uno sciacallo, vari uccellini, zebre….Gli erbivori sono tutti là silenti mentre si avvicinano all’acqua, che assieme agli uomini che li osservano compongono un quadro naturalistico unico. Ignari di tutto ciò che noi siamo, vivono la loro vita tranquilla in perfetta armonia con altri erbivori, come l'Uomo. Non facciamo loro paura. Siamo innocui. Solo che il genere umano, dimentico di essere differente dal resto del mondo animale, comincia a confondersi nei sensi e smette di pronunciare parola...per iniziare ad ascoltare....finalmente i suoni ed i rumori del mondo naturale, degli elefanti, delle giraffe, degli sguardi attenti degli animali...ogni gesto, ogni sguardo, ogni movimento acquisisce significato profondo, unico, irripetibile...dietro il rotondo sole africano si volge al tramonto.... dura pochissimo in Africa. L'orizzonte è lì ad aspettarlo per eclissarlo e farlo riposare mentre la luna si erge dall'altra parte... In un attimo, sensazioni primordiali riaffiorano in ognuno di noi. La nostra mente rivive ciò che noi eravamo e che non siamo più, contendo in sé, chissà nascosti dove, ma pur presentii primordiali caratteri della nostra stessa esistenza. Si dice che in Africa torniamo ad essere tutt'uno con il pianeta Terra, e ci accorgiamo di essere protetti dall'universo, che vediamo molto vicino a noi: in Africa le stelle brillano ancora tanto e ci illuminano la strada. Di fronte a tali immagini tutto si ferma, il tempo acquisisce un valore diverso, tutto si quieta. Persino la voce si interrompe, restiamo tutti zitti ad ammirare la perfezione del mondo. Al tramonto ci cacciano dal parco. E mentre raggiungiamo di notte il Talevi Etosha village, diamo il passaggio ad una donna piedi. Non è proprio nera; è più chiara, più piccola ed ha lineamenti differenti dai Bantu!!! Ecco: primo incontro con una San moderna!!! Ne ho la certezza uando comincia a parlare... quale emozione!!! Lei sa di parlare un linguaggio differente dagli altri e sorride intimidita quando le chiedo di pronunciare le parole e di parlare un po'...... Spesso si incontrano persone a piedi lungo la strada che chiedono un passaggio per la cittadina più vicina... Il Talevi Village è di fatto la ricostruzione in tono moderno e confortevole di un villaggio Herero con tanto di recinto e di palafitta. Se alzi lo sguardo puoi guardare le stelle dalla doccia calda. L’acqua caldissima ci conforta. La notte passa tranquilla.

4° giorno: Parco Etosha 20 AGOSTO
All'alba sveglia, partenza per il parco a bordo delle 4x4. E così alle 6 ci aspettano le jeep, il freddo è tantissimo. Siamo provvisti di coperte, con cui ci copriamo completamente.... volevamo queste famose jeep....ed ora ce le abbiamo....che freddo....e ci vogliono ancora tre ore perché - diciamo - l'atmosfera si riscaldi...ed il sole faccia capolino... Dopo la registrazione all'ingresso, si cerca la zona dove sono presenti gli animali. Non si segue un percorso preciso, ma si va in funzione degli avvistamenti dei giorni precedenti e si fa tappa in varie pozze naturali e artificiali dove di solito si possono trovare animali e anche predatori. E’ una vera emozione! All'improvviso, dopo ore ed ore di appostamenti, un rinoceronte ci attraversa la strada.... Non ho mai visto un rinoceronte così vicino... eppure di safari ne avrò fatti una ventina ormai, forse di più....colpo di fortuna dei soliti principianti!!!! Il rinoceronte è davvero molto, molto raro. Vive tra la sterpaglia. È solitario. Ed è molto robusto. Se passi sulla sua strada può colpirti ferocemente.
Il suo corpo rotondeggiante ed il suo volto hanno un non so che di antico e soprattutto di raro....eppure se ne va in giro indisturbato di tutti e di tutto.... Poi eccole là, le regine della savana: sette leonesse in assetto di caccia; si e no si intravedono tra i cespugli della savana che circondano la pozza d'acqua....aspettano le prede....guardando verso l'alto.... zebre, springbok ed altri erbivori che - accorti del pericolo - rimangono immobili per ore come statue. L'assetto di caccia può durare giorni interi ci dicono....fino a quando il più assetato degli erbivori scende verso la pozza d'acqua a dissetarsi....


5° giorno: Parco Etosha/ Damaraland 21 AGOSTO
Partenza per il cuore del Damaraland. Questa regione della Namibia, fa parte delle meno popolate e vanta una diversità geologica unica nel suo genere. Ospita inoltre i rari elefanti del deserto e i rinoceronti neri. Sosta per la visita a un tipico villaggio Himba con la presenza di un interprete, e si interagisce e si conoscono le tradizioni e la cultura di questa antica popolazione. Per me tornare in un villaggio himba è come tornare a casa dopo 16 anni....!!! Quindi con non curanza e senza il minimo timore mi butto nel villaggio e - dato che oggi giorno le donne himba sono meno ostili - mi sfogo con la macchina fotografica riprendendole in tutti i modi. Faccio lo stesso coi loro bambini, sempre molto gioviali. Questa volta l'incontro incantato è con un bambino che si è autocostruito una macchinetta fotografica con tubi di ottone e imita i turisti fotografando i fotografi.....ed allora non riesco a non prestargli la macchinetta ed insegnargli come fare.... non la lascerà mai più fino a quando io non lascerò il villaggio. I suoi compagni vogliono fare altrettanto e si ingelosisce persino quando la presto loro. Ma lui è il più bravo: riesce persino a fotografare un pupazzo disegnato sulla maglietta di una di noi!!! E certo, non ci avevo pensato... osserva da un'altezza diversa e con gli occhi di un bambino... strafantastico!!! Se avessi capito, ovviamente gli avrei lasciato la maglietta col pupazzo che gli piaceva tanto...ma non sono stata così brava.Mi colpisce altresì una donna himba che costruisce la sua casa di fango, tutta sola, un po' in disparte... chissà perchè. Poi il mercatino: le donne himba celebrano l'apertura del mercato sedendosi l'una accanto a l'altra, formando un cerchio all'interno del quale noi turisti passiamo ed ammiriamo i loro manufatti. Ciò che producono per i turisti non sono gli ornamenti da costoro indossati. Sono stupide perline infilate....e così, con l'occhio attento della esperta, cerco i loro gioielli, le loro collane.... Eh sì...questa volta riesco ad impossessarmi della loro conchiglia. È mia pure se ad alto prezzo. Ma ero disposta a tutto pur di averla. Forse la indosserò addirittura. Certo, le ho prese di sorpresa. Non si aspettavano che avrei scelto una "loro" vera collana, con un loro vero bracciale di ferro... È andata!!! Finalmente è in mio possesso. A casa la analizzerò in dettaglio. La conchiglia è un regalo di nozze!!! Resta nel mio cuore insieme alla adolescente himba del vecchio villaggio il bambino fotografo!!! Incredibile!!!

6° giorno: Damaraland 22 AGOSTO

Partenza per la visita della regione del Damaraland. A Twyfelfontein, dichiarato patrimonio dell’umanità dall’UNESCO, si vedono le pitture rupestri risalenti a circa 6000 anni fa. Si visitano la Montagna Bruciata, le Canne D’Organo e, infine, la Foresta Pietrificata che si stima abbia 260 milioni di anni. Visitiamo Twiflefontenin con le sue pitture rupestri, arrampicandoci sull'altopiano. Andare alla ricerca delle pitture rupestri è un delle sensazioni più belle che io abbia mai provato nella vita..... si cercano tra le rocce i disegni fatti dai San, la popolazione più antica del mondo, fatta di grandi filosofi e artisti, con un dna differente dal nostro, e che sembra siano i primi uomini ad aver inventato la lingua!!!! La loro è la lingua click, fatta prevalentemente di 7 suoni. Utilizzano le corde vocali ed il palato come fosse uno strumento musicale. Quando parlano sembrano suonare lo scacciapensieri. Le loro corde vocali vibrano come le corde di una chitarra...non ho mai incontrato un uomo San. Vivono isolati nel Deserto del Kalahari e forse in questo viaggio riuscirò a vederne qualcuno....forse....ho deciso infatti di restare tre giorni in più in questo splendido Paese africano, proprio per incontrare un uomo San, prima che questa antica popolazione scompaia definitivamente.

7° giorno: Damaraland/ Swakopmund 23 agosto
Partenza per la città costiera di Swakopmund. Attraverso il passo di Brandberg, la montagna più alta della Namibia con i suoi 2579m, fino alla costa, raggiungiamo Cape cross lodge. siamo Sull'Oceano Atlantico. a Cape Cross risiede la più grande colonia di otarie dell’Africa australe. Barbara ed io tentiamo il primo collegamento via etere con il mio sito. E dopo molti tentativi riusciamo nell'intento. Quale emozione entrare nel mio sito www.africanepople.it Quindi ci immortaliamo nella foto ricordo davanti all'Oceano Atlantico fino ad immergerci completamente: evviva, siamo diventate amiche!!! Proseguiamo per la città di Swakopmund, vivace cittadina di mare tipica e ideale per shopping, relax e divertimenti. Il nostro hotel affaccia sulla Baia di Walvis! UAU panorama mozzafiato... 8° giorno: Swakopmund

24 AGOSTO Risplende il sole.... Mattinata dedicata alla minicrociera nella Baia di Walvis Bay, ottima occasione per ammirare, da vicino, la vasta gamma di mammiferi che la abitano tra cui delfini e, se in stagione, anche balene. Puntiamo verso l'orizzonte a bordo di un catamarano, guidato da un marinaio dai baffi e capelli biondi....Delfini in grande quantità ballano e cantano in acqua....i pellicani ci inseguono per mangiare il pesce avanzato....meraviglia delle meraviglie..... A bordo viene servito champagne e ostriche. Un sole splendente ci ha assicurato un meraviglioso spettacolo di delfini saltellanti sull’acqua salata della baia, di foche coraggiose che si sono appropinquate sul catamarano, di gabbiani in cerca di cibo che ci inseguono in volo giocherellando in aria, di meravigliosi pellicani che prendono la rincorsa a filo d’acqua prima per puntare la ala estrema del catamarano e cercare avanzi di pesce pescato poco prima. E cosi in un gioco continuo di salti, immersioni e rincorse ci siamo lasciati alle spalle la meravigliosa Baia di Walvis con una particolarissima spiaggia color ocra, ricolma di una colonia di otarie…. E poi il pomeriggio a spasso per Swakopmund nopto la coprsenza di due tipi di negozi, due tipi di supermercati, due tipi di aeree, filo spinato di fronte ai negozi, chiusi con cancelli di ferro....speriamo bene! Prima di raggiungere la meta serale, mi imbatto nel mercatino di artigianato della città....il mio solito colpo da maestro....un tesoro inesauribile di pezzi d'arte africana: ci sono maschere africane, sculture, collane, bracciali......e impavida di quanto avvisato da due poliziotte, e del tramonto ormai al termine, del buio improvviso che piomba inesorabile, interrotto solo dalla luce del faro che sovrasta il porto della città, mi arresto immediatamente e vengo improvvisamente attratta da due meravigliose maschere africane... in mezzo a tante altre. Prima di fuggire via contratto all'imbrunire con i locali che stanno per ripartire con i loro prodotti invenduti e che inesorabilmente ripresenteranno il giorno dopo....ed ancora il giorno dopo....fino a racimolare il guadagno necessario per poter sopravivere. Approfittando delle chiusura del mercato al tramonto, posso contrattare meglio e chiedo loro di prendere o lasciare...!!!! Me le danno.. non ho mai conquistato niente di più bello lungo il mio cammino in Africa!!!! E poi via verso il ristorante che ospita il concerto dei Marimbas dal nome 22 South LIGHTHOUSE KEEPER gestito da un italiano nativo di Brescia che ascolta la musica di Venditti. Divertita gli chiedo se gli piace. E lui, sentendo il mio accento, mi chiede se riesco a convincere Venditti a venire in Namibia ed a cantare nel suo locale...!!! chissà forse...lo spazio web è di tutti...!!!!
Chissà poi perché cantarellliamo tutti le canzoni di Venditti in Africa...
Ce l'ho fatta ad incontrare i Marimbas dico tra me e me!!! Abbiamo persino ballato a ritmo di marimba ed una ragazza ci ha insegnato persino a ballare...ho imparato facilmente!!! Ci riscaldiamo la sera nel ristorante 22 South, con la musica dei Marimbas, i cui ritmi ci fanno penetrare fino a sentire i brividi della cultura e tradizione africana…. Sono gli stessi che hanno dato musicalità al mio documentario e fatto da sfondo alle immagini della Namibia... Due ragazze himba mi insegnano a ballare… imparo facilmente. sono tre i passi fondamentali. Il resto viene da sé. Ps. Una di noi si è innamorata dell'Africa..., e, persa nei suoi sogni, decide di tornare a dare una mano a Natale...chissà.....   9° giorno: Swakopmund/ Sossusvlei

25 AGOSTO La mattina della partenza fa capolino Catherine, la ragazza herero che ci è venuta a salutare. Un pensiero a te, Catherine ed a tuo cugino! Siete davvero in gamba! Spero di rivedervi in Italia! Mandatemi le foto del festival Herero! Le aspetto! Ci reincontreremo a Windhoeck, dove io dovrei in teoria intervistare Nujoma. All’indomani – incredibile - il tempo è pessimo. Ci svegliamo con la nebbia. Abbiamo una giornata di percorso da fare. Il camion ci aspetta.

Dopo la prima colazione, partenza per il Deserto della Namibia. Lungo il tragitto sosta alla rinomata Moonvalley e per l’avvistamento delle tipiche piante namibiane, le Welwitschia Mirabilis.
Saranno le lunghe ore in bus....non lo so...ma improvvisamente mi rendo conto che ci sono coppie in viaggio di nozze..... Paola e Serge, immortalati coi loro grandi cappelli dietro ai quali improvvisamente scompaiono....., Natascia e Francesco, molto più timidi e riservati, ma anche le big five, ivi inclusa la più giovane, ancora minorenne..., e le loro cuginette di 5 e di 7 anni..., individuate e fotografate esattamente presso il Tropico del Capricorno, le prime della lunga serie delle "sisters and sisters" che si sono formate in corso di viaggio... Ciao a tutte ragazze!!!
Arrivo nel Deserto della Namibia, il più antico al mondo, conosciuto per le sue tipiche dune rosse, causate dalle correnti fredde provenienti dall’oceano che provocano una surreale nebbia mattutina e danno vita a un deserto ricco di organismi viventi.
Prima di lasciare l'area, passiamo per la duna 73… è bellissima. Ora organizzano un giro in squad i Nama.
Salgo in moto. E ritrovo la mia felicità nel cavalcare una motocicletta. Passa il treno. Lo si fotografa alla stregua di uno springbock. La magia dell’Africa fa sì che qualsiasi cosa acquisti importanza e rilievo. Proseguiamo il viaggio. 10° giorno: Sossusvlei

26 AGOSTO Nessuno ci crederà ma in questi giorni è nevicato in Sud Africa ed è caduta un po' di neve persino in Namibia....ed è piovuto nel deserto.....e così dovremmo in teoria vedere il deserto fiorito..... Ed allora vediamolo..... Il deserto del Namib, il più antico deserto del mondo ci sta aspettando….

Sveglia all’alba per ammirare i colori delle dune al primo raggio di sole. Il contrasto del rosso, dell’arancio delle dune con l’azzurro del cielo lo rendono il sito più fotografato della Namibia. Visita alle Dune di Sossusvlei e al Sesriem Canyon. È sempre una grande emozione camminare sui granelli soffici di quarzo che compongono le dune rosse del deserto del Namibia, il più antico del mondo. Il deserto ha un suo fascino...sembra di nuotare, di camminare su granelli di sabbia inconsistenti, che danno il senso di nullità, di vuoto, di end of the end of the world. Soususvlei, la dune 45, il deserto della morte sono tutti aspetti della medesima incredibile realtà africana. Il deserto è lussureggiante.....non ho mai visto niente di simile....ciuffi verdi sembrano non sapere dove prendere l'acqua spuntano dalla sabbia rossa. Si va a dormire presso lo Hammerstein Lodge

11° giorno: Sossusvlei/ Kalahari Desert
27 AGOSTO Prima colazione e partenza verso la più grande massa di sabbia della Terra, il Kalahari Desert.
I Boscimani lo chiamano “Anima del Mondo”, un modo caloroso ed emotivo per descrivere queste terre sconfinate abitate da una varietà incredibile di antilopi, piccoli mammiferi, insetti e rettili che rendono il deserto del Kalahari un ecosistema speciale e unico. Pranzo in corso di viaggio, cena e pernottamento al Aoub Lodge Serata tranquilla: assistiamo ad una matrimonio tra due colorati...si chiamano! Un'altra etnia, una via di mezzo tra bianchi e neri....e sì che sono strani....   Al mattino, arrivo e trasferimento allo Zebra lodge. Eh si......gli altri partono ed io, accompagnata da mia madre che non ha resistito al fascino dell'Africa..., restiamo nel deserto del kalahari per incontrare i San, i boscimani....chiamateli come vi pare.....

Paolo ci raccomanda alle guide locali sue amiche, dicendo di trattarci come fossimo la sua famiglia!!! I componenti del gruppo scendono dal camion per un ultimo saluto prima di ripartire. Noi due veniamo prelevate da una jeep per scomparire dopo breve dietro un cancello del nulla, in mezzo alla sabbia rossa del deserto del kalahari e scomparire.....dietro la collina. Il richiamo per me è troppo forte....voglio incontrare i più antichi Uomini del mondo...presto accadrà. Una volta depositate le valigie in questo splendido lodge, dal nome Zebra lodge, Intu Afrika, mi precipito a chiedere di poter incontrare i pochi uomini San rimasti vivi al mondo....e così, in loro attesa, sulla veranda del bellissimo appartamento che ci danno che affaccia su una piscina con sfondo sulle dune rosse del deserto.....(quasi quasi posso cominciare a pensare di mettere un bel poster con dune dietro alla mia vasca idromassaggio)....improvvisamente dal nulla appaiono sei giovani San, ricoperti solo da una gonnellina poggiata sui fianchi fatta di pelle di antilope....io resto esterrefatta....perché appaiono per davvero dal nulla... Sono veloci, istintivi, attenti, intelligenti, muniti di un bastone con cui solo soliti cacciare..... raggiungono il lodge..... Assieme a loro il traduttore di lingua click-inglese!!!
Salutano, parlano, si presentano.....non so più cosa fanno: ....cantano, parlano, suonano, guardano.....perdo il senso della razionalità.... mi emoziono...li guardo esterrefatta! Non so più se guardarli o ascoltarli...resto immobile a guardare i loro volti...simili e diversi dal mio di donna moderna......ma c'è di più... Sono creature meravigliose...non sono molto alti; anzi, sono piuttosto piccolini. Sono uomini in miniatura e vivono di caccia, come l'Uomo viveva in natura; sono dotati di una saggezza antica, tesa alla sopravvivenza nel deserto, e così di padre in figlio oralmente hanno tramandato la loro cultura, e miracolosamente sono arrivati fino a noi, mantenendo un aspetto arcaico, un po' differente dal nostro. Infatti, al nostro incontro ridono....ridono anche loro,,,perchè la differenza non è poca. Inoltre sanno di sembrare molto più giovani di quello che in realtà sono...incredibile... sembrano avere il dono della giovinezza. Sembrano tutti adolescenti. Mentre non è così ed il loro capo,anzi, di 34 anni ha il volto triste. Poi gli chiedo il perchè di un tatuaggio che prontamente fotografo sul braccio: ha lasciato sua moglie e suo figlio al villaggio e ne sente la mancanza. Così ha disegnato sua moglie sul braccio. Ed io ho imparato a parlare con lui con il mimo. Ho messo la mano sul cuore mostrando il battito....per esprimere il sentimento di amore e ho indicato la statura di un bambino.... ha capito perfettamente il mio mimo.... e mi ha sorriso....ebbene sì. Sono riuscita ad entrare in contatto con loro e ad avere il loro rispetto....ora possiamo interagire alla pari....
Talmente emozionata ho immortalato con più scatti che potevo le loro voci, i loro visi, i loro gesti mentre ho lasciato la telecamera fare il suo lavoro coadiuvata dal treppiedi un po' sbilenco. Non ho mai visto niente di simile. Pongo ulteriori domande attraverso il traduttore - per la prima volta nella mia vita - e mi sembra di parlare ai miei antichi progenitori....ascolto e guardo il traduttore in attesa che i loro suoni siano tradotti in inglese. È molto difficile ripetere i sette suoni che sono alla base della loro lingua: in un intervallare di sensazioni ed emozioni, se io sono qui è grazie a loro, penso dentro di me!!! Chiedo se vogliono vivere all'occidentale. Mi dicono che non hanno più scelta. Non possono più cacciare. Io penso che i territori sono stati tutti controllati dalle farm. Ma ho intervistato il Presidente della Repubblica Sam Nujoma il giorno successivo all'incontro ed il Ministro dell'economia del Governo della Namibia, due giorni fa. Pongo la medesima domanda ad entrambi: lo dovevo ai San ed agli Himba e mi sono fatta portavoce dei loro bisogni presso i loro capi politici. Entrambi sottolineano l'esigenza di mandare a scuola i bambini himba e san come gli altri e diventare parte attiva della Namibia, in quanto loro nazione. Non devono vivere emarginati, come ora - costoro pensano - dal resto del mondo. Poi esiste un problema di tasse! Sembra che debbano pagare le tasse per cacciare. Il Governo namibiano sta fronteggiando il problema delle tasse. I cittadini locali pagano troppe tasse!!!! Questo problema l'ho già sentito...e stanno prefigurando un sistema di tipo proporzionale: le tasse verranno pagate in base al reddito!!! È una fortuna per i San e per gli Himba che come reddito hanno solo le mucche e gli orici... Onestamente, i punti di vista sono diversi e la situazione è molto complessa. Per me devono essere loro a decidere. Ma questa è la mia umile posizione. Ma dono loro con semplicità il mio libro..... non sanno leggere, figuriamoci la lingua italiana, ma sanno guardare le figure....si riconoscono nelle pitture rupestri fotografate....eh sì. Sono famosi per le splendide pitture rupestri presenti in tutta l'Africa australe da oltre 6.000 anni fa. Hanno scritto intere enciclopedie sul mondo animale ivi presente e sugli uomini e le loro tradizioni, abitudini e piante tanto da far diventare inquietante l'interpretazione degli antropologi della famosa dama bianca della Namibia che ha messo in ginocchio generazioni di scienziati..... Grazie ad essi, sappiamo del processo di desertificazione che ha avuto luogo in Africa. Bè...no solo.... le pitture rupestri sono vere e proprie opere d'arte.... E cos' i San ci insegnano a cacciare, a bere, a mangiare, ad avvelenare gli animali ed a nutrirsi... Mimano, suonano, schioccano, parlano...sono un incanto!!!! Ho registrato tutto. Seguirà un documentario solo ed esclusivamente su di loro. Non sappiamo quanto ancora sopravviveranno alla civiltà occidentale. Mi sento davvero fortunata ad aver avuto la possibilità di incontrarli. Mi hanno detto che è molto importante che si parli delle loro tradizioni e delle loro abitudini. E così imparano a volermi bene, anche se non sono come loro. Ho espresso il mio desiderio di imparare la loro lingua! Mi hanno risposto che ci vuole tempo e che in tal caso io dovrei vivere un po' di tempo con loro e condividere la vita in un loro villaggio!!! Bè....forse un giorno.....in verità, io il salto nel vuoto non sono mai riuscita a farlo...e così inspiro tutto l'ossigeno che posso quando vivo queste realtà e lo trattengo, sognando l'Africa, per tutto il tempo che mi separa dalla stessa....ma ho imparato a sentire vicino questo continente ricordando ed esplorando tutte le sensazioni provate nel mio percorso di viaggio. Quando Luigia mi ha visto scrivere il diario di viaggio, mi ha chiesto se in realtà stavo iniziando un secondo libro...non lo so ancora. La creatività è un aspetto incontrollabile della nostra personalità. Certo è che dare voce alle esperienze avute significa anche rendere immortali le persone incontrate, come te, per esempio! Un ultimo brindisi al tramonto africano, in cima ad una duna rossa, dopo aver avvistato - ci sono volute tre ore di pirolette tra una duna e l'altra, per raggiungere ed oltrepassare le quali l'esperto driver inventava il percorso piuttosto ripido...devo dire...- una coppia di leoni del deserto del kalahari, mentre riposavano tra la sterpaglia: sono più spettinati degli altri.....e più selvaggi...deve essere l'ambiente ostile. Tramonto sopra la duna del Deserto Kalahari con champagne e patatine - follia - insieme a turisti tedeschi... io e mia madre su una duna del deserto del kalahari appena fuori dalla jeep: si brinda una ultima volta prima di lasciare il deserto del Kalahari forse per sempre - sono già tre volte che mi ritrovo in questo deserto nella mia vita - in mezzo ai leoni... non ci si crede....!!!! un pensiero va agli altri componenti del gruppo che ormai dovrebbero essere arrivati, gli uni alle Cascate Vittoria; gli altri a casa....

12° giorno: Kalahari Desert/ 28 AGOSTO Partenza verso Nord, per Windhoek. E qui teoricamente io, dovrei intervistare nel suo ufficio il presidente della Repubblica, Sam Nujoma, colui che ha portato la Namibia all'indipendenza nel 1990. Ti immagini???? Pensavo dentro di me! Comincio a rendermi conto solo ora di cosa ho combinato.....io devo incontrare questo signore???? Ma mica scherzeremo.... bè. Tanto non ci riuscirò.... Ma subentra Paolo, che da residente, in assenza del taxi che io avevo chiamato, ci scorta letteralmente presso gli uffici di Sam Nujoma, paragonabile a Nelson Mandela, ormai ritiratosi dalla politica dal 2005, e ponendo al suo posto un suo compagno di battaglia, Pohamba! Ma ad aspettarci non c'è nessuno veramente. L'Africa non funziona come l'Europa. Dopo qualche telefonata di ricognizione diplomatica, arriva un uomo nero molto molto grande e robusto, con un fuoristrada molto molto grande e bianca.....si ,si proprio come quelle dei film.. fa salire tutti e tre: io, mia madre e Paolo e scompariamo dietro i grandi finestrini scuri mentre l'auto si dirige vreso le colline di Windhoeck. Non sono morta di paura solo perchè eravamo tre!!! Altrimenti un infarto era assicurato. Me lo aveva detto il taxista il giorno prima che mi avrebbero accompagnato a casa del Presidente, ma io non ci avevo creduto. Oltre alla guardie del corpo nel giardino di casa, si intravvede seduta e tranquilla una donna nera, molto distinta nella sua semplicità: è sua moglie che ci sorride serena!!!! Ci fanno entrare in casa, c'è un leopardo....per fortuna imbalsamato... ci fanno accomodare e.... Sam in cucina...si sente il rumore delle stoviglie.....e ci fa portare un the....sono molto emozionata. Mi ero preparata tutte le domande, ma come al solito, anche l'intervista ha una sua vita propria... lo scorrere delle parole, dei ragionamenti fa sì che prenda forma un bel colloquio. Sam mi sta studiando con lo sguardo. È un uomo molto diretto e sincero. Non ha certo paura di dire quello che pensa. È un intellettuale nero, di ben 82 anni! L'ultima domanda che pongo è sulla condizione della donna in Namibia, visto che la società himba è - incredibile - una società matriarcale! Il mio sorriso spunta improvviso sul mio volto. Non riesco a trattenermi.. malgrado la fortissima emozione sono riuscita a tenere il confronto con questo uomo che mi spiazza appena prima che pongo le domande che devo reinventare ogni volta e riadattare alla nuova situazione. Ce l'ho fatta! Ormai si fida di me!!! Il grande uomo della scorta mi sorride perchè fotografo anche lui. È davvero pittoresco....Ci riporterà addirittura in hotel, con quella grande auto da ufficio presidenziale. Figuriamoci!!! Ci guardano tutti attoniti..! Siamo noi....siamo solo noi ribatto!! E ci aprono il cancello!!! Un ringraziamento particolare a Paolo per il suo supporto e la sua guida! Long life and prosper


Un ultimo saluto al bambino himba: ti rendo immortale bambino, tu che ami la fotografia! Un giorno sarai un grande fotografo se avrai la possibilità di frequentare la scuola, come hanno promesso i tuoi Capi!!! Sarai sempre nel mio cuore....

Ciao bambino Himba senza nome
mi ha riempito di gioia scoprire la tua passione
intento a fotografare le tue fantasie senza forma...
ma la mia macchinetta ora detiene il tuo segreto inesplorato ai più:
si tratta del pupazzo disegnato sulla maglietta che indossava quel giorno mia madre!!!
È nato un fotografo oggi in un villaggio himba! È festa!!! Accorrete tutti!!!
È nato nel silenzio della polvere;
È nato nel silenzio del fango del suo villaggio;
è nato nel silenzio della povertà
ed io ti do voce, bambino silenzioso, senza nome
io ti do voce...
Hai le mani sporche
ricolme della polvere e del fango con cui tua madre costruisce la capanna in cui ti ripari quando fa buio!
Il tuo sguardo è vivo,
ancora privo di pregiudizi,
felice all'arrivo degli ospiti.
E tu li incontri, a modo tuo,
dietro una lente finta, imitandoli...
attratto da una passione ancora senza nome
alla ricerca di te stesso, pur bambino...
i tuoi balli i tuoi canti i tuoi giochi
i tuoi sorrisi.... tra gli schiamazzi dei tuoi coetanei che pretendono anche loro di toccarne una di macchinetta
infine i tuoi dialoghi senza parole hanno aperto il cuore di tutti noi!
Come ho potuto dimenticare il tuo sguardo...
i tuoi grandi occhi neri, in quel bel viso colorato rotondo e paffuto...
forse erano nascosti dalla lente con cui ti aggiravi incuriosito nella piazza del villaggio...
coraggio, bambino Himba: Arrivederci!


Windhoeck-Johannesburg/Monaco 31 AGOSTO partenza per Johannesburg. All'aeroporto incontriamo la parte restante del Gruppo e coincidenza per Monaco.
16° giorno: Monaco/Roma 01 SETTEMBRE

Siamo all'aeroporto di Fiumicino!!! I cani antidroga annusano le mie valigie...sentono l'odore degli animali...e forse delle uova di struzzo....!!! I poliziotti sorridono....Rientriamo!!!
Incredibile! Rientro e mi aspetta un altro splendido viaggio, ancora più promettente di questo.....!!!

Ps. Spero che i miei compagni di viaggio abbiano imparato ad amare l'Africa! Questo era il mio segreto compito...ora posso svelarlo...il danno è fatto e non si può tornare indietro!!! Ciao a tutti!!!!

lunedì 27 giugno 2011

la giornata dell'Africa 25 maggio 2011

LA GIORNATA DELL'AFRICA
25 maggio 2011

di Emanuela Scarponi

In occasione del 48mo anniversario della fondazione dell’Organizzazione dell’Unità Africana (OUA) mercoledì 25 maggio è stata celebrata la ‘Giornata dell’Africa’ promossa dall’IsIAO. La manifestazione ha avuto luogo presso la sede dell’Istituto in via U. Aldrovandi 16A, alle ore 11.00, con l’intervento del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, del Presidente dell’IsIAO, Gherardo Gnoli, e del Corpo diplomatico africano presso il Quirinale.

Sono maturi i tempi per focalizzare l'attenzione sull'Africa che oggi più che mai ci disorienta con il clamore delle sue rivoluzioni scoppiate ovunque nel Nord del continente nell'avvio del processo di democratizzazione. Oggi non è quindi più una scelta per ciascuno di noi interessarsi all'Africa; è l'Africa a bussare prepotentemente alle porte del nostro Paese, attraccando con imbarcazioni di fortuna nei porti dell'estremo Sud del nostro Paese.
In tale quadro l’IsiAO rappresenta un’importante risorsa per il nostro Paese per la sua conoscenza del mondo africano e asiatico, che va certamente valorizzata in una fase storica nella quale questi due continenti stanno assumendo e svilupperanno sempre di più un decisivo ruolo mondiale sia sotto il profilo politico che economico. Rafforzare la sinergia con il Ministero degli affari esteri ed il Parlamento orienterebbe le attività dell’Istituto verso tematiche politiche ed economiche del mondo contemporaneo,usufruendo dell'alta specializzazione di settore che l'Istituto può offrire al Paese e preservandone al contempo il ruolo pubblico in funzione dell’interesse nazionale.
Una rinnovata sinergia tra Isiao, Ministero degli affari esteri e Parlamento sotto l'egida del Presidente della Repubblica offre gli elementi tecnico-scientifici necessari a concepire una politica estera italiana pianificata per l'Africa e l'Asia, necessaria a rispondere alle problematiche attuali facendo tesoro del patrimonio umano e culturale che rappresentano i nostri connazionali residenti all'estero.
In tale prospettiva ed intenti di obiettivi si svolgono gli interventi del Presidente dell'Istituto, Gherardo Gnoli, del Presidente della Repubblica italiana, Giorgio Napolitano, e in rappresentanza del Corpo diplomatico africano presso il Quirinale, del signor Kamara Dekamo Mamadou, Ambassadeur Extraordinaire et Plénipotentiaire de la République du Congo en Italie & Doyen du Corps Diplomatique Africain, riportati in allegato.
***
Mi preme ricordare tra gli ospiti d'onore gli allievi del VI Corso di perfezionamento in studi africani, promosso dall'Isiao in collaborazione tra gli altri delle università La Sapienza, Tor Vergata e Roma Tre e che rappresenteranno risorsa indispensabile per l'approfondimento e la divulgazione della cultura africana in Italia.

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Questa particolarissima Festa dell'Africa presso l'Isiao fa sempre sognare ad occhi aperti per il sapore antico che contiene in sé, sia per le opere d'arte ivi contenute - anche esse certamente da valorizzare tra cui le enormi mappe geografiche dell'epoca coloniale italiana allocate lungo una stretta ala laterale del museo assieme a piccoli cannoni dell'epoca - sia per i lunghi abiti e copricapo dai colori sfavillanti e variopinti indossati dalle imponenti donne africane presenti alla manifestazione, tali da rendere assolutamente autentica l'atmosfera, propria di questo meraviglioso continente.


Vale a questo punto fare un breve excursus sugli antichi rapporti storici che legano la nostra storia a quella del Nord Africa al tempo dei Romani e con i Paesi del Sud Sahara nel Medio Evo.


Cartagine e la cultua afro-romana
Nell'814 a. C., con la fondazione di Cartagine, la fase dell'esplorazione del Maghreb orientale ebbe termine e ne venne avviata la colonizzazione.
La nascita della città punica, chiamata Qart Hadasht (ossia «città nuova») da cui poi il nome Cartagine, è tramandata anche da una leggenda, secondo la quale la principessa Didone, a causa delle discordie politiche maturate a Tiro in Fenicia, si allontanò dalla patria con parte della popolazione e, approdata al lago di Tunisi allora navigabile, vi fondò una nuova città.
Quando, infine, riuscì a impadronirsi di Messina (270), si trovò a contatto diretto con Roma: l'incontro con la città laziale, già allora in piena espansione, si tradusse presto in un lungo conflitto armato che, nonostante le eroiche gesta prima di Amilcare e poi di Annibale, la vide alla fine soccombere per opera di Scipione l'Africano nel 146 a.C.
Per la moderna Tunisia l'età cartaginese non fu solo l'affermarsi di una civiltà di mercanti sensibili al gusto ellenico, ma anche l'avvento di un'epoca cruciale grazie alla quale la regione dei Berberi fu definitivamente integrata nel mondo mediterraneo.
Il predominio di Roma su quella che fu denominata «Africa proconsolare» si risolse, almeno agli inizi, in uno sforzo di contenimento militare delle pressioni provenienti dalla Numidia: la costruzione di una fossa regia tra le attuali Tabarka e Sfax ebbe lo scopo di proteggere la Sicilia.
Lo sviluppo economico dell'Africa romana divenne florido specialmente sotto gli imperatori Flavi e Severi, quando alcune regioni si caratterizzarono per la produzione di grano (attorno a Dougga e Ammaedara) e di olio (nei pressi di Hadrumetum), favorendo la nascita dì numerose città, porti e mercati.
La stessa Cartagine ne subì un influsso benefico: già favorita nella rinascita da Caio Gracco, Cesare e Augusto, nel corso del III sec. d. C. divenne un porto tanto importante da trasformare la città nel secondo centro urbano dell'Impero.
Si sviluppò allora una corrente artistica «afro-romana» che si affermò in particolare nelle composizioni decorative e nei mosaici che possiamo rinvenire ancora oggi nella maggior parte dei siti archeologici dei Paesi del Nord Africa.
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IL MEDIO EVO EUROPEO ED IL GHANA

Il Medioevo non fu affatto un periodo buio, ma al contrario fu un'epoca in cui i commerci, soprattutto marittimi, ebbero uno sviluppo eccezionale e non fu certo l'Islam a bloccare la continuità commerciale del Mediterraneo.
Possiamo infatti considerare in parte errata la teoria di Henri Pirenne riguardo la stagnazione dei commerci tra le sponde del Mare Nostrum dopo l'affermazione dell'Islam nel suo massimo splendore.
Importantissimi furono i contatti che ebbero le principali città marinare (Genova, Pisa, Venezia, Barcellona) con la costa dell'Africa settentrionale e con il Medio Oriente.

I principali porti islamici (importanti per la loro posizione strategica per le rotte commerciali e per ricchezza di prodotti) erano Ceuta, Tunisi, Algeri,Bugìa e Alessandria. E dal Sudan Occidentale proveniva la maggior parte dell'oro che il vecchio continente importava grazie al controllo dei porti sulla costa magrebina.
Le testimonianze riguardo a questo Impero Africano le abbiamo da un grande geografo musulmano del XI secolo El-Bekrì; ed è grazie a lui che si è potuti risalire alla derivazione del nome del regno: Ghana, o Kana nella lingua Malinke significa Capo.
Il Geografo musulmano ci dice che la Capitale del regno, che prende il nome dello stato stesso, era abitata da musulmani convertiti abbastanza recentemente.
La forza dell'Impero africano si basava quasi esclusivamente sull'estrazione di oro che veniva ridotto in polvere e trasportato attraverso tutto il deserto del Sahara fino ai porti della Costa settentrionale Africana per essere caricato in navi mercantili dirette verso i porti europei. Ma vendevano anche il sale, la frutta secca (aveva un valore altissimo nel Medioevo e addirittura veniva usata per scambiarla con l'oro), il corallo e le tinte per tingere i vestiti.

Numerosissimi erano i mercanti che raggiungevano il Sudan Occidentale per trattare direttamente accordi per scambi commerciali e accaparrarsi i migliori prodotti da poter rivendere poi nei mercati europei.
El-Bekrì ci dice anche che l'oro estratto dalle miniere dell'Impero del Ghana era il più puro che lui avesse mai visto.

La maggior parte via carovaniera, detta anche via dell'oro, aveva come inizio appunto il Ghana e arrivava fino alla città di Sijilmassa (e poi a Fez e poi Tangeri o Ceuta) dove fu stabilita una zecca fatimide, coniando monete d'oro contro il potere abbaside; la qualità della moneta era talmente alta e di ottima fattura che venne richiesta fino in Oriente; il successo dei dinar fatimidei di Sijilmassa persero la loro importanza quando la dinastia in Spagna degli Omeiade produssero una nuova moneta che soppiantò quella dei fatimidi.
El-Bekrì ci parla anche della società Ghanese, e ci dice che la potenza economica dell'Impero veniva manifestata con splendidi edifici(in primis il palazzo reale costruito sul Niger, che sottolineavano la grandezza del sovrano e di tutto il regno.
Un altro geografo musulmano sempre dell'XI secolo fu al Idrìsì, che chiamò il territorio del Ghana il "paese dell'oro".
Le descrizioni sul" paese dei Neri" e sull'Impero e sulla sua collocazione geografica (Sudan Occidentale), vennero a conoscenza del Mondo Cristiano grazie all'opera Kitab(di Al Idrisì, in cui si scopre che la popolazione del Ghana era dedita anche all'agricoltura e alla razzia.
Dopo il 1077-1078, anni in cui la Capitale dell'Impero subì un saccheggio distruttivo da parte dei almoravidi che portano ad un declino del Regno inarrestabile, fino al punto che il regno del Mali lo soppiantò completamente.

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Bisogna aspettare il XII secolo per veder riprendere l'economia di tutta l'Europa, perchè ritorna presente l'oro, e di conseguenza si sviluppano i commerci a lungo raggio che erano scomparsi dalla caduta dell'Impero Romano d'Occidente.

Ho voluto evidenziare questi due particolari fasi della storia antica che ci legano all'Africa per dimostrare come in realtà il legame del Mediterraneo è molto antico, molto di più del pensare comune che riduce tutto in termini di immigrazione clandestina e colonialismo, la cui analisi attenta e meticolosa lascio agli studiosi del settore .


La OUA
Per guardare alla situazione attuale, vorrei ricordare la OUA, l'Organizzazione dell'Unione africana, le sue funzioni e la sua evoluzione, nel processo di autodeterminazione dei popoli dei Paesi del Nord Africa in evoluzione, che stanno realizzando il passaggio da regime totalitario a democratico. Auspico che questa Organizzazione oggi più che mai sia potenziata di contenuti e di autorità per accompagnare il processo di modernizzazione, in base ad autogoverno, democrazia, frutto del processo di globalizzazione dovuto ai nuovi mezzi di comunicazione di massa quali Internet ed all'avvicinamento sempre più massiccio degli Africani all'Europa.

Auspico che l'Italia possa, posizionata come è al centro del Mediterraneo, condurre pertanto una funzione guida, tesa a promuovere la cooperazione e lo sviluppo di questi Paesi vicinissimi, capovolgendo il fenomeno di immigrazione clandestina e trasformandolo in un vantaggio per l'Italia, interrompendo questo processo - che sembra irreversibile - di migliaia e migliaia di disperati che rischiano la vita nell'attraversamento del mare con imbarcazioni disagiate, promuovendo in questi Paesi progetti di sviluppo del territorio che possano finalmente rendere vivibili le zone più aride, con l'apporto dei nostri tecnici e scienziati di ogni settore, su cui certamente l'Isiao può contare.

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Allegati)


Discorso del Presidente dell'Istituto Italiano per l'Africa e l'Oriente, Prof. Gherardo Gnoli, in occasione del XLVIII anniversario dell'Organizzazione dell'Unità Africana.
Signor Presidente,
" L'Africa è un continente abitato da una popolazione giovane, orgogliosa delle proprie origini, che ha in sé grandi potenzialità da mettere a frutto nella vita sociale e politica dei Paesi di appartenenza". Queste sono Sue parole, signor Presidente, che Ella pronunciò nel Palazzo del Quirinale, in occasione del 46° anniversario della fondazione della Organizzazione dell'Unità Africana, ora Unione Africana, avvenuta il 25 maggio 1963 ad Addis Abeba. E sono parole che sentiamo come nostre, specie nella ricorrenza di questo 48° anniversario che l'Istituto erede dei più antico partner culturale italiano per l'Africa a livello istituzionale, celebra oggi, come ogni anno, insieme al Corpo Diplomatico africano, alla presenza del Presidente della Repubblica Italiana.
Dal 25 maggio 2010, nella celebrazione del 47° anniversario, alla quale intervenne il Sottosegretario agli esteri Onorevole Stefania Anastasia Craxi, mentre Ella si trovava all'estero per un inderogabile impegno internazionale, molti avvenimenti hanno inciso, alcuni negativamente e altri positivamente, sulla vita del continente africano, confermando quanto sia cruciale per l'Africa il problema della sicurezza e quanto sia fondamentale il ruolo che l'Unione Africana è chiamata a svolgere in questo campo. Lo dimostrano, nell'Africa subsahariana e nel Corno d'Africa, i casi della Costa d'Avorio, del Darfur, di alcune aree della regione del Delta del Niger e della Nigeria settentrionale, dove è rimasta viva la tensione tra comunità musulmane e cristiane, oltre che della Somalia. E vorrei ricordare, a questo proposito, la giornata di riflessione dedicata alla sicurezza in Africa e al ruolo della Unione Africana, che l'Istituto ha organizzato ai primi di maggio in collaborazione con l'Académie des Sciences d'Outre-Mer.
Quanto poi all'Africa settentrionale, stiamo assistendo a profonde trasformazioni caratterizzate da un potente moto popolare mirante all' affermazione di nuove forme di governo rispettose ad un tempo delle singole eredità culturali e delle regole di una moderna e reale democrazia. Si tratta di un moto che si espande all'intero mondo arabo e che merita, richiede ed esige la più ferma solidarietà dei Paesi democratici e di tutti coloro che hanno a cuore un futuro più improntato ai valori dei diritti dell'uomo.
In questo istituto, dal maggio 2010 ad oggi, si è avuta una puntuale continuità nella realizzazione delle attività e dei progetti dei quali si fece parola in occasione della precedente celebrazione. Non staremo quindi a ricordarli ora dettagliatamente. Ci limiteremo a dire che, grazie al contributo del prof. Vanni Beltrami, del Presidente Onorario Sen. Tullia Carettoni Romagnoli e del Professor Gianluigi Rossi, si sono compiuti in realtà concreti passi nel loro avanzamento, anche se ci si è dovuti talvolta misurare con le obiettive difficoltà determinate dalle esigenze della progressiva riduzione della spesa pubblica. Merita inoltre, in un tale contesto, una particolare menzione il progetto di riapertura del Museo Africano, chiuso al pubblico quaranta anni fa, per cui l'Istituto sta interessando, con buone e concrete prospettive, enti privati e pubblici e tra questi in primo luogo il Comune di Roma Capitale, che tra l'altro si è mostrato particolarmente sensibile, insieme al Ministero degli Esteri, a favorire una più ampia attuazione delle potenzialità dell'Istituto. Al Ministro Franco Frattini e al Sindaco Gianni Alemanno va quindi la nostra sincera gratitudine. Per quanto riguarda i vari programmi siamo convinti che restituire a Roma un museo dedicato all'Africa, con una tematica aperta alle attuali esigenze storiche e culturali, ampliandone l'orizzonte originario proprio degli anni Venti del secolo scorso, è una impresa che consideriamo doverosa. Una tale nuova struttura museale dovrà servire, infatti a far conoscere la ricca, complessa e variegata realtà della nuova Africa libera e indipendente.
L'Istituto si sta impegnando a tal fine, ben consapevole, come è, che la sua missione preminente è di carattere culturale, per lo scopo primario che esso ha di promuovere in Italia la conoscenza delle civiltà e delle culture africane e asiatiche, in un quadro di reciproca comprensione internazionale.
Nel proseguire, d'altra parte, questa sua finalità istituzionale, l'IsIAO raccoglie un'eredità specialmente significativa oggi, nel 150° anniversario dell'unità nazionale, dal momento che l'Italia unita, fin dai suoi primi passi, non mancò di dare un nuovo e deciso impulso, nelle università e nelle istituzioni di alta cultura, agli studi e alle ricerche, anche sul campo, concernenti l'Asia e l'Africa Ne è testimonianza eloquente quei che ci rivela la imponente serie di volumi pubblicati tra il 1984 e il 1989 dall'Orientale di Napoli sul tema della conoscenza dell'Asia e dell'Africa in Italia nel secoli XVVTII e XIX grazie ad una iniziativa con cui il Rettore Maurizio Taddei, compianto e operosissimo e prezioso socio del nostro istituto, intese celebrare il 250° anniversario della fondazione del prestigioso Ateneo napoletano, interlocutore e collaboratore insostituibile di questo istituto, Quella eredità, infatti, fu raccolta anche, per quanto riguarda l'Asia, quasi ottant'anni fa dall'ISMEO fondato nel 1933, e per quant origuarda l'Africa, oltre cento anni fa, dall'Istituto Italo-Africano risalente al 1906, ed essa è rimasta costantemente al centro dei programmi dell'IsIAO, formale erede a sua volta dell'uno e dell'altro istituto.
Nella solenne celebrazione odierna, non vorrei sottacere che la situazione in cui si trova oggi la Libia ha fortemente colpito il nostro istituto, che all'amicizia italo-libica si è dedicato in questi anni con una opera intensa e articolata, d'intesa con il Libyan Studies Centre. Essa scaturiva dal seguito che fu dato al Comunicato congiunto italo-libico del 4 luglio 1998, in cui Italia e Libia affermavano la loro determinazione a sviluppare relazioni bilaterali per promuovere gli interessi comuni e contribuire alla creazione di un'area di pace e stabilità nel Mediterraneo, e successivamente al Processo verbale firmato a Sirte il 5 agosto 1999 dal nostro Ministro degli esteri Lamberto Dini e dal Segretario del Comitato libico per il Collegamento con l'Estero e la Cooperazione Internazionale, Omar Mustafa al-Muntasser. Processo, quest'ultimo, da cui prese le mosse un programma di ricerca storica, affidato alla cura dei professori Salvatore Bono e Gianluigi Rossi, sulle vicende relative ai cittadini libici allontanati coercitivamente dal loro Paese nel periodo coloniale e confinati in alcune isole e in luoghi di pena italiani. Si diede avvio allora ad una serie d'iniziative ~~ seminari, pubblicazioni di studi, realizzazione di opere commemorative - mirate a contribuire al rafforzamento dei rapporti di solidarietà e collaborazione fra Italia e Libia, specialmente nel campo culturale.
Con il contributo del Ministero degli esteri e con la collaborazione del Libyan Studies Centre, l'IsIAO organizzò quindi, tra il 2000 e il 2009 cinque convegni e una mostra fotografica sugli esiliati libici nel periodo coloniale, alle Tremiti, a Favignana, a Ponza, a Ustica e poi a Tripoli, oltre a un convegno sulla Libia nella storia del Mediterraneo, i cui Atti furono pubblicati in un volume monografico della rivista "Africa", a cura di Salaheddin Hasan Sury e di Salvatore Bono. Non solo, ma pubblicò anche ben sette volumi di ricerca storica concernenti l'intera materia. Ora, questo notevole sforzo non lo consideriamo concluso, perché i recenti avvenimenti impongono più che mai la prosecuzione di un'opera di consolidamento e di ampliamento nella collaborazione culturale tra i due Paesi E questo per l'IsIAO è un impegno prioritario.
Mi permetta adesso, signor Presidente, prima che prenda la parola il decano del Corpo Diplomatico africano, S.E. Karaara Dekarno Mamadou, Ambasciatore della Repubblica del Congo, di esprimere, a nome dell'Istituto tutto, il ringraziamento più vivo e sincero al Presidente di turno della Unione Africana, S.E. Teodoro Obiang Nguema Mbasogo, Presidente della Repubblica della Guinea Equatoriale, che ha inviato un messaggio che sarà letto da S.E. il Ministro per l'integrazione sub¬regionale Baltasar Engonga Edjo. E a tutti gli illustri ospiti, infine, il nostro beneaugurante e riconoscente saluto.
























Projet du discours de Son Excellence
Monsieur KAMARA DEKAMO Mamadou,
Ambassadeur Extraordinaire
et Plénipotentiaire de la République
du Congo en Italie &
Doyen du Corps Diplomatique Africain,
l'occasion de la célébration de la Journée de l'Afrique
Rome, le 25 Mai 2011



Excellence Monsieur le Président de la République ;
- Monsieur le Ministre Equato-Guinéen de l'Integration sous-régionale ;
- Madame la Secrétaire d'Etat aux Affaires Etrangères d'Italie ;
- Excellences Mesdames et Messieurs les Ambassadeurs et Chers Collègues ;
- Distingués invités.
Je suis très honoré de prendre la parole, au nom du Groupe des Ambassadeurs africains près le Quirinal, au cours de cette importante cérémonie consacrée à la commémoration de la Journée de l'Afrique.
Permettez-moi tout d'abord d'exprimer ma profonde gratitude à Son Excellence Monsieur Giorgio NAPOLITANO, Président de la République d'Italie, qui a répondu très volontlers à notre invitation en dépit de son calendrier très chargé.
Votre presence parmi nous, Monsieur le Président, nous honore et temoigne de votre attachement au Continent africain.



3
Je voudrais également remercier Monsieur Baltasar ENGONGA EDJO, Ministre de l'Integration sous regionale, pays qui assure la Présidence de l'Union Africaine, d'avoir fait le deplacement de Rome, pour célébrer avec nous cette journée memorable. Il aura, nous sommes stìrs, à nous livrer le message de Son Excellence Monsieur Teodoro OBIANG NGUEMA, Président en exercice de l'Union Africaine.
Je ne saurais continuer mon propos sans traduire toute ma reconnaissance pour Monsieur Jacques DIOUF, Directeur General de l'Organisation des Agences des Nations Unies pour l'Alimentation et l'Agriculture (FAO), pour les actions, près des deux décennies menées aux fins d'atteindre la sécurité alimentaire.
- Excellence Monsieur le Président,
Chaque année, les peuples africains célèbrent la Journée de l'Afrique.
Cet évènement, comme vous le savez, commémore la création de l'Organisation de l'Unite Africaine (OUA), le 25 mai 1963, à Addis-Abeba en Ethiopie, qui est devenue, depuis 2002, l'Union Africaine (UÀ).
Pour les Africains, la commémoration de cette Journée symbolise l'unite, le combat de toute l'Afrique pour sa libération, son développement et la démocratie.
Elle est, par ailleurs, l'occasion à travers laquelle, le Continent a besoin de s'arrèter pour se pencher sur ses réalisations et célébrer son unite, dans la diversité. Mais aussi et surtout de nous projeter dans l'avenir.
4
- Excellence Monsieur le Président,
Nous célébrons cette année, la Journée de PAfrique pendant que PAfrique du Nord se trouve à un moment cruciai dans sa quète de changement. Comme un effet de mode, ces pays sont à la recherche de plus de libertà et de démocratie.
Je souhaite que ces bouleversements tant voulus par les peuples se fassent dans la paix des coeurs et la tranquillité des esprits afin que soient sauvegardées Punite et la cohésion sociale.
C'est à ce titre que nous rendons un hommage mérité à Son Excellence Monsieur le Président de la République et au peuple italien tout entier pour Phospitalité légendaire dont ils ont fait montre lors de Parrivée des migrants, qui ont fui les zones de combat particulierement en Tunisie et en Libye.
Nous remercions aussi Monsieur le Maire de Rome qui, en application de la Résolution n° 91 du 11/12/2009 du Conseil municipal a autorisé la concretisation du Projet « Maison de PAfrique».
Enfin, je manquerais a mon devoir si je n'adressais pas mes vifs remerciements à Monsieur Gherardo GNOLI, Président de l'ISIAO et à son staff, pour leur contribution à la réussite de cette manifestation.



5
- Excellence Monsieur le Président,
- Mesdames et Messieurs,
- Distingués invités,
L'Italie et l'Afrique sont liées par l'histoire, la géographie et une vision commune d'un avenir pacifique, démocratique et prospère pour l'ensemble de leurs concitoyens. Le Groupe des Ambassadeurs Africains apprécie à sa juste mesure, en tant que représentants du Continent, la chaleur de l'amitié entre l'Italie et l'Afrique et le niveau atteint par leur coopération.
Votre beau pays, Monsieur le Président, a en effet une place dans le coeur des Africains. Il est un pays de talent, on y trouve les petites et moyennes entreprises très performantes.
Par rapport à notre niveau de développement, il est évident que le modèle italien nous interesse. Nous avons besoin de votre savoir faire et saisissons cette occasion pour lancer un appel solenne! aux investisseurs italiens pour qu'ils s'engagent davantage en Afrique.
C'est le lieu de saluer vos efforts constants que vous continuez de deployer en vue du renforcement des relations d'amitié et de coopération avec l'Afrique.
• Vive la Journée de l'Afrique,
• Vive la Coopération internationale,
• Vive l'amitié Afrique-Italie.
Je vous remercie.















Intervento del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in occasione della Giornata dell'Africa
(ISIAO, 25 maggio 2011)
Signor Presidente dell'ISlAO, Signor Decano del Corpo Diplomatico Africano
Signori Ambasciatori, Autorità, Signore e Signori
Vi ringrazio per avermi invitato anche quest'anno alle celebrazioni per il 48esimo anniversario della fondazione dell'Unione Africana.
In passato questa giornata era un invito - all'Italia, all'Europa, al mondo - a non dimenticare l'Africa. Oggi non è più così. Oggi è un momento per riflettere insieme quanto il nostro futuro, e penso soprattutto al Mediterraneo e all'Europa, sia legato a quello del continente africano.
I compartimenti stagno, geografici o culturali, hanno via via ceduto il passo a un tessuto mondiale di sempre più fitti rapporti, scambi e vincoli di interdipendenza. Ormai, in questo nostro XXI secolo diversità, pluralità e multilateralismo si impongono definitivamente come tratti salienti delle relazioni internazionali.
L'Africa si colloca pienamente in questo contesto. I primi cinque mesi del corrente anno sono stati caratterizzati da eventi e sviluppi, in Nord Àfrica, in Costa d'Avorio, in Sudan, in Somalia, che sì sono posti e restano al centro dell'attenzione delle Nazioni Unite e della comunità internazionale.
Ma non è soltanto l'attualità, spesso drammatica, a farci guardare all'Africa con rinnovato interesse. In tutto il continente assistiamo a tendenze di fondo nel senso di una crescita nella domanda di democrazia, di rispetto per i diritti umani, di giustizia e di legalità - che accompagnano e sorreggono processi di sviluppo economico e sociale. La stagione delle autocrazie irresponsabili, sorde alla volontà popolare volge al termine ovunque. E in Africa artefici del rinnovamento sono i giovani, le donne, i ceti produttivi emergenti nelle città e nelle campagne.
L'Africa ha voglia dì cambiare in fretta. Da anni, ormai, il tasso di crescita dell'economia ha superato sensibilmente quello di accrescimento naturale della popolazione, trasformando le prospettive di sviluppo. La crescita può giovarsi - grazie anche alla riduzione dei conflitti e scontri armati - di fattori come le enormi risorse naturali, incluse quelle energetiche, e le prospettive aperte dalle nuove tecnologie, in particolare dall'informatica e dalle telecomunicazioni. Assistiamo ad un'ascesa della classe media, con conseguente crescita del ruolo della società civile, allo sviluppo di un'imprenditoria più diffusa e responsabile. Molto resta da fare - mirando a rafforzare la governance democratica - per lo sviluppo delle infrastrutture, per l'espansione del commercio, per l'integrazione' regionale, per la sostenibilità ambientale: e molto resta da fare par aiutare le popolazioni colpite da violenze, pandemie e carestie. Ma è un fatto che l'Africa ha imboccato, sia pure in modo diseguale, la strada di un'evoluzione virtuosa.
Egitto e Tunisia hanno finora superato un passaggio politico e sociale tumultuoso senza traumi gravi, grazie al senso di responsabilità della popolazione e delle autorità. Ci auguriamo che il cammino verso la democrazia prosegua nella complessa e delicata fase di transizione che si è aperta; ci auguriamo che si rafforzi la tutela dei diritti umani e delle minoranze. L'Italia e l'Europa non faranno mancare il loro, sostegno a processi di costruzione istituzionale in quei paesi.
In Libia purtroppo è ancora in atto un duro confronto. L'Italia vi è impegnata per dare piena attuazione alle risoluzioni 1970 e 1973 del Consiglio di Sicurezza delie Nazioni Unite. Auspichiamo che chi resiste agli appelli della comunità internazionale e continua a sfidarla desista al più presto, in modo che il popolo libico possa perseguire le sue legittime aspettative di libertà, giustizia e democrazia.
Dopo 20 anni di guerra civile, la crisi somala non deve essere dimenticata. L'instabilità che si riverbera sull'intera regione favorisce fenomeni quali il terrorismo, la pirateria, il traffico di esseri umani. Il referendum sull'autodeterminazione del Sud Sudan si è tenuto nei tempi e modi previsti dagli accordi riconosciuto da tutte le parti con grande senso di responsabilità.
In Africa occidentale, come nel triste esempio della crisi ivoriana sosteniamo le classi dirigenti impegnate con coraggio e lungimiranza a consolidare forme di evoluzione democratica, garantendo trasparenza istituzionale e promuovendo crescita, contrastando tra l'altro lo spreco di risorse minerarie spesso malamente sfruttate. Nello stesso tempo va .combattuta ogni intolleranza religiosa e etnica. Così come vanno contrastate minacce gravi quali l'avanzare della desertificazione, le crisi alimentari e le emergenze umanitarie.
In questo stesso giorno, 48 anni fa, nasceva l'Organizzazione per l'Unità Africana, trasformatasi poi in Unione Africana. Nelle ambizioni dei suoi fondatori 15integrazione regionale doveva essere il vero motore dello sviluppo del continente. Credo che oggi l'Unione inizi veramente a svolgere una funzione aggregante e positiva nelle dinamiche continentali.
Sin dalle sue origini la Comunità Europea fu consapevole dei suoi profondi legami con l'Africa. . Nel maggio 1950 la Dichiarazione Schuman affermava che la messa in comune di mezzi di produzione e la solidarietà che si sarebbe stabilita fra i Paesi membri avrebbe posto l'Europa in grado di realizzare "uno dei suoi compiti essenziali; lo sviluppo del continente africano".
Sessanta anni più tardi questa visione è diventata una necessità reciproca. In un mondo sempre più competitivo, dove non esistono più le rendite di posizione di cui hanno a lungo goduto Europei e Occidentali, il futuro dell'Europa dipende anche dalla capacità di favorire e sostenere una dinamica d'interdipendenza virtuosa e dinamica con l'intero continente africano.
Tale è la prospettiva che fa dell'ormai consolidato dialogo Unione Europea-Africa il perno dei nostri rapporti economici e politici. Questa "indispensabile alleanza" ha superato una fase di prolungata incertezza ed è stata rilanciata in occasione del Summit di Lisbona del 2007, che ha segnato il superamento di uno schema tradizionale di rapporti fra donatori e beneficiari di aiuti, per puntare su un partenariato equilibrato, e su un nuovo mpegno congiunto per promuovere e difendere valori comuni.
L'Italia intende essere un partner privilegiato e disinteressato per l'Africa. Ce lo impongono la storia, la cultura, la vicinanza geografica. Sebbene la crisi finanziaria ci abbia imposto severi vincoli di bilancio, siamo a fianco dell'Africa - con le nostre istituzioni, le nostre imprese, la nostra cooperazione allo sviluppo, per quanto ridotta nei mezzi disponibili, la nostra società civile - non solo per combattere le malattie, per diffondere l'istruzione, ridurre la povertà, ma anche per affrontare le nuove sfide globali come la lotta al terrorismo, il traffico degli esseri umani, il traffico di droga, i cambiamenti climatici.
E' con questo auspicio che mi rivolgo a voi e ai Paesi che rappresentate affinché tutti assieme rinnoviamo l'impegno a lavorare per la crescita complessiva di un continente che grazie alle sue ricchezze naturali e alla sua biodiversità incarna" un'immensa promessa di "speranza di un continente che può divenire un nuovo possente fattore di irradiazione dei valori di libertà e di giustizia.





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