venerdì 31 maggio 2013
LA CONFERENZA AUDIO
DELLA GIORNATA DELL'AFRICA VERRA' TRASMESSA TRAMITE
NON SOLORADIO. NET NELL'WEB
IN VIA SPERIMENTALE DURANTE TUTTO L'WEEK-END ININTERROTTAMENTE.
GIORNATA DELL'AFRICA 2013
Ministero degli Affari Esteri -
Sala Conferenze Internazionali
Mercoledì 29 maggio 2013
Celebrazione del 50° anniversario dell'Organizzazione dell'Unità
Africana
PROGRAMMA
h. 09.30: arrivo delle Autorità e degli Ospiti.
h. 10:20: arrivo del Capo dello Stato.
h. 10:30: introduzione del Segretario Generale, Amb. Michele
Valensise; a seguire intervento del Ministro degli Affari Esteri, Signora Emma
Bonino.
h. 10:40: intervento di S.E. Mamadou Kamara Dekamo,
Ambasciatore della Repubblica del Congo.
h. 10:45: intervento di S.E. Muìugeta Gessese, Ambasciatore
della Repubblica Federale Democratica di Etiopia (in rappresentanza della
Presidenza del Consiglio dell'Unione Africana).
h. 10:50: intervento dell'ospite ghanese S.ra Samia Nkrumah,
Presidente del Kwame Nkrumah Pan-African Center.
h. 11:00: intervento dell'Ambasciatore Antonio Armellini,
commissario liquidatore dell'Istituto Italiano per l'Africa e l'Oriente
(ISIAO).
h. 11:05: il Capo dello Stato lascia la Sala Conferenze Internazionali.
h. 11:07: presentazione della Mostra "La memoria
ritrovata: le fotografìe e i quaderni di viaggio di
Giacomo Savorgnan di Brazzà" da parte della Prof.
Elisabetta Mori dell'Archivio Storico Capitolino.
h. 11.10: vin d'honneur.
giovedì 30 maggio 2013
a seguito della sua richiesta le invio, autorizzato dal Servizio Stampa del Ministero AFFARI esteri, i discorsi pronunciati.
L’Unione Africana celebra il 50° anniversario della fondazione (25-26 maggio)
Roma 27-28-29 maggio Hotel Hilton Cavalieri di Roma
con mostra-conferenza
Partecipano le seguenti ambasciate:
Algeria, Angola, Benin, Burkina Faso, Burundi, Cameroon, Capo Verde, Congo, Congo rd , Ivory coast, Egypt, Eritrea, Etiopia, Gabon, Ghana, Guinea, Kenia, Lesotho, Liberia, Libia, Madagascar, Mali, Marocco, Mauritania, Mozambico, Niger, Nigeria, Senegal, Somalia, Sud Africa, Sudan, Tanzania, Tunisia, Uganda, Zambia, Zimbabwe
Martedì 28 maggioore 11.00 proiezione documentario "La Namibia e i suoi popoli" e "I san del Kalahari" di Emanuela Scarponi
africanpeople review e la sua equipe sarà presente nei tre giorni
africanpeople review e la sua equipe sarà presente nei tre giorni
Per informazioni e contatti:
Emanuela Scarponi
347.1734693
Roma 29 Maggio 2013
discroso di Emma Bonino nella giornata dell'Africa il 29 maggio 2013
(fa fede solo il testo effettivamente pronunciato)
Signor Presidente della Repubblica,
Vice Presidente vicario della Corte Costituzionale,
Ministro per i Beni e le Attività culturali,
Ministro per l’Integrazione,
Signori Ambasciatori,
Capo di Stato Maggiore della Difesa,
Signore e Signori,
rivolgo il mio caloroso saluto alle personalità presenti e ringrazio in modo particolare il Signor Presidente della Repubblica per l’onore che ci riserva con la sua partecipazione. Quest’anno le celebrazioni della Giornata dell’Africa assumono una rilevanza speciale perché coincidono con il cinquantenario della fondazione dell'Organizzazione dell'Unità Africana. Cinquant’anni fa, i leader di trentadue Stati africani indipendenti si riunivano ad Addis Abeba per avviare un processo lungimirante di integrazione, libertà e sviluppo. In quell’occasione, Kwame Nkrumah esclamò con forza: Africa Must Unite. Mi fa piacere vedere qui, e la saluto con affetto, la figlia del grande leader ghanese e mia cara amica, Samia Nkrumah.
Dal 1963 l'Africa ha fatto enormi passi in avanti. Ma soprattutto nell’ultimo decennio l’Africa ha compiuto uno straordinario salto di qualità. Non è mai semplice individuare una data spartiacque tra la fine e l’inizio di una nuova fase storica. Ma credo di poter dire che dal 2002, da quando l’OUA si è trasformata in Unione Africana, l’Africa ha iniziato una radicale trasformazione politica, sociale ed economica. Sotto il profilo economico, nell’ultimo decennio, il reddito reale pro-capite degli africani è aumentato di più del 30%, gli investimenti diretti esteri sono triplicati e, tra i dieci Paesi al mondo in più rapida crescita, sei sono stati africani.
Quanto ai riflessi sociali, non sorprende che in 10 anni la classe media sia aumentata in maniera esponenziale: sono 300 milioni gli africani che ne fanno parte. Sempre nell’ultimo decennio, i decessi per malaria in alcuni dei Paesi più colpiti sono diminuiti del 30% e le infezioni da HIV di più del 70%; la speranza di vita è aumentata in media del 10% e il tasso di mortalità infantile in gran parte dei Paesi è diminuito vertiginosamente.
Rispetto a dieci anni fa, l’Africa ha compiuto significativi progressi anche sotto l’aspetto cruciale del consolidamento delle istituzioni e dello stato di diritto, che assicurano oggi una più diffusa tutela delle libertà fondamentali e una più stabile tenuta degli ordinamenti democratici. Il protocollo di Maputo, adottato dall'Unione Africana nel 2003, ha fatto avanzare i diritti delle donne africane. Nel 2012 sono entrati in vigore altri due trattati significativi: la Carta africana sulla democrazia, le elezioni e la governance e la Convenzione dell’Unione Africana per la protezione e l’assistenza degli sfollati. Le recenti consultazioni elettorali in Sierra Leone, Togo e Ghana sono espressioni di maturità democratica in questi Paesi.
Anche se presenta tante fragilità e contraddizioni - ma quale continente ne è esente? - non possiamo continuare a vedere l'Africa con la lente offuscata dagli stereotipi del passato. L’Africa è un continente giovane e pieno di opportunità, da cui l’Italia ha anche da imparare, come conferma il fatto che 6 Paesi africani ci precedono nella classifica “doing business” della Banca Mondiale e altri 9 nell’indice della corruzione percepita stilato da Transparency International. Se è radicalmente cambiata l’Africa, deve radicalmente cambiare anche l’approccio dell’Italia all’Africa.
I margini di miglioramento della nostra presenza sono notevoli specie nell’Africa sub-sahariana: nel 2012 il nostro interscambio con l’intera area è ammontato a 13,6 miliardi di euro…un volume inferiore a quello degli scambi tra Italia e Austria! Occorre un’azione più incisiva rispetto al passato per cogliere i frutti di questa nuova fase in Africa. Emblematico è l’esempio del Mozambico. Abbiamo contribuito a pacificare il Paese e lo abbiamo aiutato nel suo sviluppo, ma non sempre gli abbiamo prestato la dovuta attenzione quando ha iniziato a crescere a ritmi impetuosi. Dei 55 Paesi africani, 10 sono d’interesse prioritario della nostra Cooperazione, ma tutti devono essere al centro dell’attenzione della diplomazia e delle aziende italiane. Non solo perché il sostegno al rilancio dell’economia nazionale e all’internazionalizzazione delle imprese è la priorità della nostra politica estera, ma anche perché l’Africa è per noi partner indispensabile nei principali dossier internazionali.
D’altra parte, la complementarietà tra le economie africane e quella italiana ci consente di offrire all’Africa un modello di sviluppo rispettoso del futuro del continente. Un modello, il nostro, fondato sulla diversificazione dell’economia, su trasferimenti di tecnologie e apertura agli scambi, su equilibrati processi di urbanizzazione, sulla sicurezza alimentare e la tutela dell’ambiente. L’Italia può così anche contribuire a saldare le nuove ambizioni di partenariato dell’Africa con le scelte dell’Unione Europea. Se però non faremo squadra, con uno stretto coordinamento tra istituzioni e privati, difficilmente potremo essere efficaci nelle nostre relazioni con un continente così vasto e complesso.
Confido su di voi, Signori Ambasciatori, per accrescere la consapevolezza delle opportunità di questa “nuova Africa”. Una realtà che conosciamo anche attraverso i tanti africani che vivono in Italia, operose comunità che rafforzano e arricchiscono il nostro Paese. Il Governo avverte la responsabilità di facilitare, con l’azione di un Ministro di origine africana, Cécile Kyenge, la loro integrazione nella società italiana, che deve essere cosciente delle proprie radici, ma che non deve mai aver paura della pluralità e delle diversità.
Non ci sono solo luci in Africa, ma anche ombre. Le transizioni nei Paesi del Nord Africa sono irte di ostacoli e dense di incognite. Esiste anche il rischio che le proteste di piazza siano strumentalizzate da forze regressive che perseguono la destabilizzazione. Le tensioni nel Nord Africa si ripercuotono sui Paesi del Sahel, come il Mali, che ha già subito i contraccolpi della guerra civile libica.Ci preoccupa la fascia di instabilità che si estende dall’Atlantico al Mar Rosso. Eppure, anche in questa fragile area, si registrano alcuni segnali promettenti, come quelli che lasciano sperare nella stabilizzazione della nuova Somalia federale. Alla Conferenza di Londra ho rinnovato il forte impegno dell’Italia per la sicurezza e il ritorno alla normalità del Paese.
Nel Sahel e in Mali apprezziamo molto l’impegno dell’Unione Africana e della Comunità Economica degli Stati dell’Africa occidentale - con il contributo dell’ONU e dell’Unione Europea. Confido anche nella capacità dell’Inviato Speciale del Segretario Generale per il Sahel, il Presidente Prodi, di far convergere gli sforzi internazionali e regionali per contrastare le minacce della povertà, del terrorismo e della criminalità organizzata. “Della speranza” è stato poi definito l’Accordo quadro di febbraio per assicurare la pace nella Repubblica Democratica del Congo. Perché tale speranza si realizzi, occorre che gli Stati della regione, coadiuvati dalle organizzazioni regionali e dalla comunità internazionale, garantiscano il rispetto dell’Accordo.
Per il successo di tutte queste azioni è importante coinvolgere, oltre a governi e parlamenti, i cittadini tutti. Il sostegno dell’opinione pubblica è vitale anche per creare reti di attivisti in grado di promuovere i diritti in altri campi. E’ d’altra parte fondamentale che i Paesi africani definiscano le loro strategie. Un esempio positivo di ownership africana è stata la campagna per la Risoluzione dell’ONU contro le Mutilazioni Genitali Femminili: una Risoluzione che abbiamo ora il dovere di applicare. Sono poi convinta che l’empowerment delle donne sia essenziale per la riconciliazione e la pace. E’ stato un riconoscimento molto significativo il conferimento del Premio Nobel per la Pace 2011 a due donne liberiane: il Presidente Ellen Johnson Sirleaf e l’attivista Leymah Gbowee. L’Africa ha inoltre lanciato al mondo un messaggio molto forte, eleggendo Dlamini-ZumaPresidentedella Commissione dell'Unione Africana.
Signor Presidente, Signore e Signori,
il progetto di integrazione avviato 50 anni fa ha contribuito a costruire un continente sulla strada della libertà, grazie anche al cambio di passo compiuto nell’ultimo decennio da una nuova generazione di leader africani. Vorrei allora concludere con le parole pronunciate da Julius Nyerere nel 1997: i popoli dell’Africa e l'attuale generazione di leader politici sono chiamati a raccogliere la fiaccola della libertà ricevuta dai propri padri fondatori, ad alimentarla con entusiasmo e determinazione e a portarla avanti per il progresso del Continente e degli Africani.
Quello che quindici anni fa era un appello di speranza, oggi è una promettente realtà. Con essa l’Italia vuole operare per fare avanzare l’agenda globale e per cogliere appieno le opportunità di un mondo interdipendente. Grazie.
Signor Presidente della Repubblica,
Vice Presidente vicario della Corte Costituzionale,
Ministro per i Beni e le Attività culturali,
Ministro per l’Integrazione,
Signori Ambasciatori,
Capo di Stato Maggiore della Difesa,
Signore e Signori,
rivolgo il mio caloroso saluto alle personalità presenti e ringrazio in modo particolare il Signor Presidente della Repubblica per l’onore che ci riserva con la sua partecipazione. Quest’anno le celebrazioni della Giornata dell’Africa assumono una rilevanza speciale perché coincidono con il cinquantenario della fondazione dell'Organizzazione dell'Unità Africana. Cinquant’anni fa, i leader di trentadue Stati africani indipendenti si riunivano ad Addis Abeba per avviare un processo lungimirante di integrazione, libertà e sviluppo. In quell’occasione, Kwame Nkrumah esclamò con forza: Africa Must Unite. Mi fa piacere vedere qui, e la saluto con affetto, la figlia del grande leader ghanese e mia cara amica, Samia Nkrumah.
Dal 1963 l'Africa ha fatto enormi passi in avanti. Ma soprattutto nell’ultimo decennio l’Africa ha compiuto uno straordinario salto di qualità. Non è mai semplice individuare una data spartiacque tra la fine e l’inizio di una nuova fase storica. Ma credo di poter dire che dal 2002, da quando l’OUA si è trasformata in Unione Africana, l’Africa ha iniziato una radicale trasformazione politica, sociale ed economica. Sotto il profilo economico, nell’ultimo decennio, il reddito reale pro-capite degli africani è aumentato di più del 30%, gli investimenti diretti esteri sono triplicati e, tra i dieci Paesi al mondo in più rapida crescita, sei sono stati africani.
Quanto ai riflessi sociali, non sorprende che in 10 anni la classe media sia aumentata in maniera esponenziale: sono 300 milioni gli africani che ne fanno parte. Sempre nell’ultimo decennio, i decessi per malaria in alcuni dei Paesi più colpiti sono diminuiti del 30% e le infezioni da HIV di più del 70%; la speranza di vita è aumentata in media del 10% e il tasso di mortalità infantile in gran parte dei Paesi è diminuito vertiginosamente.
Rispetto a dieci anni fa, l’Africa ha compiuto significativi progressi anche sotto l’aspetto cruciale del consolidamento delle istituzioni e dello stato di diritto, che assicurano oggi una più diffusa tutela delle libertà fondamentali e una più stabile tenuta degli ordinamenti democratici. Il protocollo di Maputo, adottato dall'Unione Africana nel 2003, ha fatto avanzare i diritti delle donne africane. Nel 2012 sono entrati in vigore altri due trattati significativi: la Carta africana sulla democrazia, le elezioni e la governance e la Convenzione dell’Unione Africana per la protezione e l’assistenza degli sfollati. Le recenti consultazioni elettorali in Sierra Leone, Togo e Ghana sono espressioni di maturità democratica in questi Paesi.
Anche se presenta tante fragilità e contraddizioni - ma quale continente ne è esente? - non possiamo continuare a vedere l'Africa con la lente offuscata dagli stereotipi del passato. L’Africa è un continente giovane e pieno di opportunità, da cui l’Italia ha anche da imparare, come conferma il fatto che 6 Paesi africani ci precedono nella classifica “doing business” della Banca Mondiale e altri 9 nell’indice della corruzione percepita stilato da Transparency International. Se è radicalmente cambiata l’Africa, deve radicalmente cambiare anche l’approccio dell’Italia all’Africa.
I margini di miglioramento della nostra presenza sono notevoli specie nell’Africa sub-sahariana: nel 2012 il nostro interscambio con l’intera area è ammontato a 13,6 miliardi di euro…un volume inferiore a quello degli scambi tra Italia e Austria! Occorre un’azione più incisiva rispetto al passato per cogliere i frutti di questa nuova fase in Africa. Emblematico è l’esempio del Mozambico. Abbiamo contribuito a pacificare il Paese e lo abbiamo aiutato nel suo sviluppo, ma non sempre gli abbiamo prestato la dovuta attenzione quando ha iniziato a crescere a ritmi impetuosi. Dei 55 Paesi africani, 10 sono d’interesse prioritario della nostra Cooperazione, ma tutti devono essere al centro dell’attenzione della diplomazia e delle aziende italiane. Non solo perché il sostegno al rilancio dell’economia nazionale e all’internazionalizzazione delle imprese è la priorità della nostra politica estera, ma anche perché l’Africa è per noi partner indispensabile nei principali dossier internazionali.
D’altra parte, la complementarietà tra le economie africane e quella italiana ci consente di offrire all’Africa un modello di sviluppo rispettoso del futuro del continente. Un modello, il nostro, fondato sulla diversificazione dell’economia, su trasferimenti di tecnologie e apertura agli scambi, su equilibrati processi di urbanizzazione, sulla sicurezza alimentare e la tutela dell’ambiente. L’Italia può così anche contribuire a saldare le nuove ambizioni di partenariato dell’Africa con le scelte dell’Unione Europea. Se però non faremo squadra, con uno stretto coordinamento tra istituzioni e privati, difficilmente potremo essere efficaci nelle nostre relazioni con un continente così vasto e complesso.
Confido su di voi, Signori Ambasciatori, per accrescere la consapevolezza delle opportunità di questa “nuova Africa”. Una realtà che conosciamo anche attraverso i tanti africani che vivono in Italia, operose comunità che rafforzano e arricchiscono il nostro Paese. Il Governo avverte la responsabilità di facilitare, con l’azione di un Ministro di origine africana, Cécile Kyenge, la loro integrazione nella società italiana, che deve essere cosciente delle proprie radici, ma che non deve mai aver paura della pluralità e delle diversità.
Non ci sono solo luci in Africa, ma anche ombre. Le transizioni nei Paesi del Nord Africa sono irte di ostacoli e dense di incognite. Esiste anche il rischio che le proteste di piazza siano strumentalizzate da forze regressive che perseguono la destabilizzazione. Le tensioni nel Nord Africa si ripercuotono sui Paesi del Sahel, come il Mali, che ha già subito i contraccolpi della guerra civile libica.Ci preoccupa la fascia di instabilità che si estende dall’Atlantico al Mar Rosso. Eppure, anche in questa fragile area, si registrano alcuni segnali promettenti, come quelli che lasciano sperare nella stabilizzazione della nuova Somalia federale. Alla Conferenza di Londra ho rinnovato il forte impegno dell’Italia per la sicurezza e il ritorno alla normalità del Paese.
Nel Sahel e in Mali apprezziamo molto l’impegno dell’Unione Africana e della Comunità Economica degli Stati dell’Africa occidentale - con il contributo dell’ONU e dell’Unione Europea. Confido anche nella capacità dell’Inviato Speciale del Segretario Generale per il Sahel, il Presidente Prodi, di far convergere gli sforzi internazionali e regionali per contrastare le minacce della povertà, del terrorismo e della criminalità organizzata. “Della speranza” è stato poi definito l’Accordo quadro di febbraio per assicurare la pace nella Repubblica Democratica del Congo. Perché tale speranza si realizzi, occorre che gli Stati della regione, coadiuvati dalle organizzazioni regionali e dalla comunità internazionale, garantiscano il rispetto dell’Accordo.
Per il successo di tutte queste azioni è importante coinvolgere, oltre a governi e parlamenti, i cittadini tutti. Il sostegno dell’opinione pubblica è vitale anche per creare reti di attivisti in grado di promuovere i diritti in altri campi. E’ d’altra parte fondamentale che i Paesi africani definiscano le loro strategie. Un esempio positivo di ownership africana è stata la campagna per la Risoluzione dell’ONU contro le Mutilazioni Genitali Femminili: una Risoluzione che abbiamo ora il dovere di applicare. Sono poi convinta che l’empowerment delle donne sia essenziale per la riconciliazione e la pace. E’ stato un riconoscimento molto significativo il conferimento del Premio Nobel per la Pace 2011 a due donne liberiane: il Presidente Ellen Johnson Sirleaf e l’attivista Leymah Gbowee. L’Africa ha inoltre lanciato al mondo un messaggio molto forte, eleggendo Dlamini-ZumaPresidentedella Commissione dell'Unione Africana.
Signor Presidente, Signore e Signori,
il progetto di integrazione avviato 50 anni fa ha contribuito a costruire un continente sulla strada della libertà, grazie anche al cambio di passo compiuto nell’ultimo decennio da una nuova generazione di leader africani. Vorrei allora concludere con le parole pronunciate da Julius Nyerere nel 1997: i popoli dell’Africa e l'attuale generazione di leader politici sono chiamati a raccogliere la fiaccola della libertà ricevuta dai propri padri fondatori, ad alimentarla con entusiasmo e determinazione e a portarla avanti per il progresso del Continente e degli Africani.
Quello che quindici anni fa era un appello di speranza, oggi è una promettente realtà. Con essa l’Italia vuole operare per fare avanzare l’agenda globale e per cogliere appieno le opportunità di un mondo interdipendente. Grazie.
SPEECH BY SAMIA
NKRUMAH ON THE OCCASION OF AFRICA DAY IN ROME ON 29 MAY 2013
His Excellency President Giorgio
Napolitano
Honorable Minister of Foreign
Affairs, Emma Bonino
Honorable Ministers of State and Parliamentarians
Distinguished Guests and Members of
the Diplomatic Core
Dear Fellow Africans and Friends of
Africa
On behalf of
our fellow Africans gathered here, I would like to express our deep gratitude to
two special people in our midst. We shall never forget that President
Napolitano chose to visit Ghana on his first official trip a few weeks after
his election as president. President Napolitano honoured Ghana’s first
President Dr Kwame Nkrumah, the foremost proponent of African Unity by laying a
wreath at his tomb at the Kwame Nkrumah Mausoleum in Accra and planted a tree
in Nkrumah’s memory. This simple yet powerful gesture strengthens our conviction
that Nkrumah’s vision for an Africa united in freedom and justice can find
resonance in the hearts of those who fought for the unity of Europe based on
human rights and solidarity. Thank you President Napolitano!
I would also
like to recall the actions of a dear friend. I have always considered Foreign
Minister Emma Bonino an activist, an Italian Rosa Parks. For years Emma has sought to make the West and
Africans alike understand that there is no Africa tomorrow without human rights
for her women today. Thank you Minister Bonino!
Distinguished
Ladies and Gentlemen
Fifty years
ago, independent African countries came together to consolidate their newly won
freedom by committing themselves to think together, work together and organize
our African economies as one unit.
Our founding fathers and mothers
envisaged an Africa united politically with its economies interlinked to
improve the lives of our people. One of the main obstacles to our development
was and remains the balkanization of our continent into small, economically
unviable statelets. Our independence is not enough without the unity of Africa
to achieve economic development.
"The independence of Ghana is
meaningless unless it is linked up with the total liberation of the African
continent," Kwame Nkrumah, the leading thinker on African freedom and
unity, said on the eve of Ghana's independence in 1957.
Our journey
towards continental integration has not been smooth. We saw some achievements
along the way such as de-colonization and ending settler regimes and apartheid.
But we also
went through rough patches. We
hesitated between regionalism and continental planning. We argued over the
fast-track or gradualist approach to integration: A United States of Africa
including political and continental planning as a necessary basis for economic
and social integration, or economic associations anchored on a gradualist
approach to integration.
We managed to generate
some excellent proposals such as the 1980 Lagos Plan of Action, with its vision of an integrated
African Market by 2000, the Abuja Treaty which envisaged an African Economic
Community by 2028 and the establishment of an African Economic and Monetary
Union by 2023 to 2028 and the New Partnership for Africa’s Development. We have also recognized the African
Diaspora as the sixth region of the continent but we are hoping to make this
relationship legally binding by a constitutive act.
Notwithstanding the rebranding of our
continental body in 2002 into the African Union (AU) of today, efforts at
regional integration have not yet borne satisfactory results.
Today, I am revisiting our original
vision for African Unity, that vision of an integrated continental planning
that transcends the limitations of tinkering "with inter-territorial
associations within customs union, trade agreements, inter-communications
services and the like."
In Nkrumah's words, "for such
tinkering does not create the decisive conditions for resolute development,
since it ignores the crucial requirement of continental integration as the
essential prerequisite for the most bountiful economic progress, which must be
based in the widest possible extension of land and population".
Imagine an Africa in which our leaders are prepared to seriously consider ceding
some powers to a supra-national body showing real commitment to the
development and prosperity to citizens.
Imagine an Africa, confident and
assertive, a continent free from food insecurity, rather than one that imports
one-third of its grain. We want an
Africa that is making use of the economies of scale, with bigger markets more
attractive to investors both local and international, a continent whose people
have high purchasing power to absorb the manufactured goods of other
continents. Developed countries should have a vested interest in Africa's
prosperity because only with bigger markets and wealthier people can Africa
absorb your goods. Only then will our continent bring opportunities for Europe in times of crisis.
Once the
average citizen of Africa can enjoy the freedom that comes with prosperity such
as - access to quality education, basic
healthcare, portable water, adequate sanitation, confidence in cultural
heritage, then we will be able to strengthen our institutions that deal with
governance, citizens rights and public welfare. We will be better able to fight
corruption and consolidate our democracy.
Our prosperity is in unity and control
of our resources for the benefit of our citizens. We do not want
the billions we receive from you through aid to be wasted through weak
institutions but we want them to benefit the millions of young Africans who
want, and have every right, to achieve something of significance.
Distinguished Ladies and Gentlemen, I want to conclude
by saying something about this dear nation that is hosting this special
gathering. Italy must have the courage to invest more in Africa. In Ghana, for
example, in the last three years the economy grew by an average of 8 percent. The
USA, UK, China and Turkey have doubled their investments in Ghana, I have no
doubt it is the same for several other African countries. As we speak, there is
no Italian Bank in sub-Saharan Africa with a strategy of opening up to markets
of Africa. I am using this occasion to urge Italian Industrialists and bankers
to be courageous, to be innovative. Show
the same courage of your visionary industrialist, Enrico Mattei, who in the 60s
helped us build our infrastructure and gave opportunities to so many ordinary
men and women who started a new history of development, cooperation and self-reliance.
We want to see in Africa many more men and women like Enrico Mattei!
Distinguished Guests, thank you for your attention.
Long live the African Nation that must be!
Long live a strong Europe and a strong Africa!
Long live the friendship between Europe and Africa!
Allocution de Son Excellence Monsieur Kamara
Dekamo Mamadou, Ambassadeur Extraordinaire
et Plénipotentiaire de la République du Congo
en Italie & Doyen du Corps Diplomatique
Africain
A
L’occasion de la Célébration de la Journée
de l’Afrique
|
Rome, le
29 Mai 2013
· Excellence
Monsieur le Président de la République ;
· Excellence Madame
la Ministre des Affaires Etrangères ;
· Excellence Monsieur
l’Ambassadeur Extraordinaire et Plénipotentiaire de la République Fédérale et Démocratique d’Ethiopie, Représentant le Président du Conseil de l’Union
Africaine ;
· Excellence
Monsieur l’Ambassadeur Commissaire de l’Institut Italien pour l’Afrique et
l’Orient (ISIAO) ;
· Madame la
Présidente de KWAME NKRUMAH Pan-African Center ;
· Excellences
Mesdames et Messieurs les Ambassadeurs et Chers Collègues,
· Mesdames et
Messieurs ;
· Distingués
invités.
La
célébration, ce 29 mai 2013, au siège du Ministère des Affaires Etrangères, de
la Journée de l’Afrique qui coïncide avec le cinquantenaire de l’Union
Africaine, nous amène à vous exprimer, Monsieur le Président de la République, toute notre gratitude de vous compter parmi
nous, en dépit de votre calendrier très chargé.
Excellence
Monsieur le Président de la République,
Ce
double anniversaire, marque pour l’Afrique un tournant très important de son
histoire. Comme vous le savez , le 25 mai a été retenu Journée de l’Afrique, non pas seulement pour
les Africains mais aussi pour le monde entier, car l’Afrique est le berceau de
l’humanité. Cette commémoration se tient
trente-neuf jours après votre
réélection en qualité de Président de la République Italienne.
Permettez-moi,
au nom du Corps diplomatique africain près le Quirinal et en mon nom propre, de vous adresser nos très vives et
chaleureuses félicitations pour avoir accepté de rempiler votre mandat dans
l’intérêt supérieur de votre beau pays, l’Italie.
Nous saisissons aussi cette occasion pour exprimer
notre reconnaissance, à vous et au Président du Conseil des Ministres Monsieur Enrico LETTA, d’avoir nommé Madame
Cécile KYENGE, italienne, d’origine africaine, au poste de Ministre de
l’Intégration, dans votre gouvernement et à qui nous souhaitons pleins succès dans sa
délicate mission au service du peuple italien.
Cette
nomination, Monsieur le Président,
démontre, devant l’opinion nationale et internationale, que l’Italie est un
pays multiracial où il fait bon vivre.
Excellence
Monsieur le Président de la République,
L’Afrique est toujours en quête de
démocratie et de bonne gouvernance.
Elle
aspire aujourd’hui à une gouvernance fondée sur le respect de valeurs
démocratiques, soucieuse du bien être, constamment inspirée par une plus grande
solidarité envers les plus vulnérables.
Les
expériences de l’Egypte, de la Tunisie et de la Libye restent à intérioriser.
Nous souhaitons que tous les espoirs suscités par le printemps arabe se concrétisent
pour le bien être des plus déshérités. Les balbutiements et les dérapages
constatés ça et là, relèvent tout simplement de l’apprentissage de la
démocratie qui nécessite beaucoup de
temps et de patience.
L’Afrique au Sud du Sahara n’est pas
toujours au bout de ses peines, loin s’en faut. Force est de constater que
l’Architecture africaine de paix et de sécurité est loin de répondre aux soucis
actuels du continent. Elle reste encore le théâtre de violents affrontements
armés occasionnant de nombreuses pertes en vies humaines et en matériels.
Ce tableau
peu réjouissant au Mali, en République Centrafricaine, en République
Démocratique du Congo et en Somalie, exige de la Communauté internationale une
aide soutenue.
Excellence
Monsieur le Président de la République ;
Nous profitons de cette opportunité pour
saluer l’initiative du Ministère des Affaires Etrangères, qui s’emploie à
renforcer davantage ses relations avec le Corps diplomatique Africain. Déjà, dès
demain 30 mai 2013, nous ouvrons cette phase de contacts par la présentation des
activités du Corps Forestier de l’Etat, à Sabaudia. Il est très actif en
matière de protection et de gestion de l’environnement.
Par ailleurs, le Groupe des Ambassadeurs
Africains près le Quirinal, est constitué pour son fonctionnement, de quatre commissions :
- la
Commission coopération et Développement ;
- la Commission
Diplomatie et Affaires Etrangères ;
- la
Commission Information et Culture ; et
- la
Commission immigration.
Ces différentes commissions sont dirigées
par des Ambassadeurs pour une durée de deux (2) ans non renouvelables.
C’est à travers ces commissions que les
Ambassades Africaines accréditées auprès du Quirinal, se lancent à la conquête de l’Italie profonde
afin de renforcer davantage la coopération multiforme entre l’Afrique et
l’Italie.
Excellence
Monsieur le Président de la République ;
Le Groupe des Ambassadeurs Africains,
collectivement et individuellement, a
pris part à la Session plénière de l’Observatoire de la Pêche en Méditerranée,
tenue le 8 février 2013 à Palerme en Sicile.
Il a aussi participé aux travaux de la
Biennale de la Démocratie tenue à Turin, du 10 au 14 avril 2013. La Cérémonie
inaugurale de cette conférence a été placée sous la haute Autorité de Madame
Laura BOLDRINI, Présidente de la Chambre des Députés.
Nous ne saurons terminer notre propos, sans remercier le gouvernement italien qui a facilité la
tenue de ce double événement et d’adresser nos chaleureuses félicitations et
nos souhaits de bonne réussite, à Son Excellence Madame Emma BONINO, Ministre
des Affaires Etrangères.
Nous
adressons aussi nos remerciements à toutes les personnes morales et physiques
qui ont contribué à la tenue et à la réussite de ce double anniversaire.
-
Vive l’Amitié
entre l’Afrique et l’Italie
-
Vive la Coopération
internationale
-
Vive la Journée
de l’Afrique.
Je
vous remercie.
Statement
of H.E. Ambassador Mulugeta Alemseged Gessese, representing H.E. Mr.
Hailemariam Dessalegn, Prime Minister of the Federal Democratic Republic of
Ethiopia and Current Chairperson of the African Union,
On
the
Occasion of the 50th Anniversary Celebration of the OAU/AU
Ministry
of Foreign Affairs of
the
Republic of Italy
29th
May 2013
Rome
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Excellency, Mr.
Giorgio NAPOLITANO, President of the Republic of Italy;
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Excellency, Ms. Emma
BONINO, Minister of Foreign Affairs of the Republic of Italy;
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Excellency, Mr.
Mamadou Kamara DEKAMO, Ambassador of the Republic of Congo and Dean of the
African Diplomatic Group;
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Excellencies;
-
Distinguished Guests;
I
am highly honored to make a statement, on behalf of H.E. Mr. Hailemariam
Dessalegn, Prime Minister of the Democratic Republic of Ethiopia and the current
Chairperson of the African Union, on this important celebration of the 50th
Anniversary of the OAU/AU.
Allow
me to express first my profound gratitude to His Excellency Mr. Giorgio
NAPOLITANO, President of the Republic of Italy, for his willingness to accept
our invitation in-spite of his busy schedule. Your presence amongst us, Mr.
President, is an honor and a witness of your attachment to the continent of
Africa and its peoples.
Excellency
Mr. President,
Due
to time constraint, permit me to present some passages from the message of H.E.
Mr. Hailemariam Dessalegn, Prime Minister of the Democratic Republic of
Ethiopia and the current Chairperson of the African Union on the Occasion of
the Golden Jubilee Celebration of the OAU/AU. The full text is being
circulated.
On the ideals of the founding fathers when
they establish the Organization of African Unity and on the achievements of the
continental organization in the last 50 years, the current Chair Prime Minister
Hailemariam says in his statement, "When the OAU was established in 1963,
there was indeed a lot of euphoria and optimism for Africa’s rejuvenation.
Those were the heady days when thirty two African States just started to enjoy
their hard won freedom and independence and aspire for a better future. The OAU
Charter was the expression of their collective aspirations to promote unity and
solidarity amongst themselves as well as to coordinate and intensify their
cooperation to achieve a better life for the peoples of Africa.
There
is no doubt that the OAU played an invaluable role in the liberation of our
continent and, for this, we have to pay tribute to successive generations of
African leaders who have bequeathed to us a continent free from the shackles of
colonialism and Apartheid. The OAU has also contributed to the process of
integration in our continent and has served as a continental platform for
collective action within Africa and interactions with the rest of the
world."
On
the challenges facing the African continent, Prime Minister Hailemariam says,
"We all recognize that Africa’s aspirations for lasting peace and
prosperity still remain to be realized and the vision of our Founding Fathers
is yet to be fulfilled. We cannot deny the reality that internal problems
related to bad governance together with the adverse external environment
contributed to Africa’s current political and socio-economic problems. In the
1960s, although some east Asian countries were economically at par with the
newly independent African countries, it is disheartening that they still
languish in poverty and underdevelopment while the east Asian countries managed
to achieve economic miracles in a span of two or three decades.
We need to do a serious soul searching as we
reflect on our past and try to chart our future in a bid to realize a peaceful,
prosperous and united Africa. Previous generations have paid the ultimate
sacrifice to liberate our continent from all forms of subjugation and
Apartheid. It is up to the current and future generations of Africans to
achieve the socio-economic emancipation of our continent."
On
the future prospects of the African continent, the current Chair of African
Union, Prime Minister Hailemariam, has put the following statement, "It is
my earnest hope that by the time Africa once again celebrates the centenary of
the OAU in 2063, we will have a continent free from the scourge of conflicts
and abject poverty where many African countries will have achieved upper middle
income status and the standard of living of large populations of the African
people will have been significantly improved.
As previous generations were inspired by the ideals of Pan-Africanism to
fight for their freedom and dignity, current and future generations should
therefore be guided by the same Pan-African spirit to struggle for Africa’s
socio-economic emancipation and realize the African Renaissance."
In
conclusion, I would like to thank the Ministry of Foreign Affairs of Italy for
organizing this Celebration of the 50th Anniversary of the OAU/AU
and the Africa Day in this beautiful and historic setting of the Ministry.
Long
Live the Unity of Africa!
Long
Live African - Italian Friendship!
Thank
You!
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